La Sentenza

Maxi processo Spada, confermata in Appello l’associazione mafiosa per il clan di Ostia

12 gennaio 2021 | 18:20
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Maxi processo Spada, confermata in Appello l’associazione mafiosa per il clan di Ostia

Ergastolo confermato per Roberto Spada, mentre sono state ridotte le condanne per Carmine Spada (17 anni) e per Ottavio Spada (12 anni e mezzo)

Roma – Confermata in Appello l’associazione a delinquere di stampo mafioso per il clan Spada. E’ quanto stabilito dalla Prima corte d’Assise dall’Appello nel processo contro il clan del litorale romano che vede imputate 17 persone.

Il maxi processo è nato dall’indagine della Dda di Roma, coordinata dai pm Ilaria Calò e Mario Palazzi, che aveva portato agli arresti avvenuti il 25 gennaio 2018 nel corso dell’operazione ”Eclissi”. Tra i reati contestati, a seconda delle posizioni, omicidio, estorsione, usura.

Confermate anche le condanne per 17 imputati. La Prima Corte di Assise di Appello di Roma ha emesso condanne per oltre 150 anni. Ergastolo confermato per Roberto Spada, mentre sono state ridotte le condanne per Carmine Spada (17 anni) e per Ottavio Spada, detto ‘Maciste’ (12 anni e mezzo), entrambi condannati all’ergastolo in primo grado. Confermata la condanna a 16 anni per Ottavio Spada detto ‘Marco’ e quella a 10 anni inflitta in primo grado a Ruben Alvez del Puerto. Otto anni per Ramy Serour mentre Vittorio Spada è stato condannato a 7 anni. I giudici hanno condannato inoltre a 6 anni Silvano Spada.

I giudici hanno inoltre condannato, riducendo lievemente le pene per alcuni, tra gli altri a 6 anni Nando De Silvio, Daniele Pergola, Alessandro Rossi, Saber Maioli mentre Fabrizio Rutilo è stato condannato a 7 anni di carcere. Cinque anni per Claudio Fiore e Mauro Caramia, mentre Mauro Carfagna è stato condannato a 2 anni e 11 mesi. Il pg Francesco Mollace aveva chiesto la conferma dei tre ergastoli inflitti in primo grado a Carmine, Ottavio e Roberto Spada, già condannato in via definitiva per la testata a Ostia al giornalista della Rai Daniele Piervincenzi. In primo grado, il 24 settembre 2019, la Terza Corte d’Assise di Roma aveva inflitto 17 condanne e 7 assoluzioni. (fonte: Adnkronos)