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Bottoni: “A Latina non vi è pace nemmeno nel cimitero”

17 gennaio 2021 | 11:00
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Bottoni: “A Latina non vi è pace nemmeno nel cimitero”

“Il Gestore sta facendo pervenire lettere di diffida a numerosissimi cittadini, richiedendo loro il pagamento di somme o la sottoscrizione di atti”

Latina – “Come è noto, Ipogeo, società che gestisce il cimitero urbano di Latina, ha in corso un contenzioso con il Comune di Latina davanti al Tar del Lazio, in quanto ha impugnato una disposizione dell’Ente con la quale gli è stato fatto divieto di applicare retroattivamente il regolamento approvato dal Consiglio comunale a fine 2008.

Il 23 settembre scorso, Ipogeo ha rinunciato alla pronuncia temporanea dello stesso Tar sulla efficacia della disposizione comunale, per cui essa, come Ipogeo sa, fino a pronuncia definitiva del Tar, è pienamente valida ed efficace, per cui dovrebbe rispettarne le prescrizioni.

Invece il Gestore sta facendo pervenire lettere di diffida a numerosissimi cittadini, richiedendo loro il pagamento di somme o la sottoscrizione di atti, in violazione di quanto, nelle intenzioni del comune di Latina, non dovrebbe fare.

A tal proposito, Codici, da un lato, sta diffidando Ipogeo a rispettare le prescrizioni comunali e, dall’altro, sta chiedendo al Sindaco, all’Assessore Ranieri, al Segretario e Direttore Generale, nonché Responsabile dell’Anticorruzione, avv. Rosa Iovinella ed, infine, alla Responsabile del Servizio, ing. Angelica Vagnozzi, quali iniziative abbiano intenzione di assumere, non solo per interrompere l’indebita attività di Ipogeo e, soprattutto, se abbiano intenzione di segnalarla alla Procura della Repubblica.

Infatti, a parere di Codici, ignorare il divieto imposto dall’Autorità, potrebbe aver comportato la violazione del codice penale e, come tale, il Comune, venuto a conoscenza della commissione di possibili reati da parte di chicchessia (ma, in particolare, da parte del gestore di un pubblico servizio di propria competenza) non potrebbe esimersi dal denunciarla all’Autorità competente.

È evidente che, in caso contrario, i dirigenti comunali (tra i quali si annoverano anche coloro che ricoprono incarichi politici), violerebbero anche essi il codice penale e sarebbero passibili di incorrere nei rigori della legge.

Sotto questo profilo, Codici non mancherà di prestare la massima attenzione per la tutela sia dei diritti dei cittadini che della legalità. Se ne facciano una ragione tutti”.