Ior, sentenza storica: per la prima volta il Tribunale vaticano condanna al carcere i reati finanziari

21 gennaio 2021 | 18:49
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Ior, sentenza storica: per la prima volta il Tribunale vaticano condanna al carcere i reati finanziari
Ior, sentenza storica: per la prima volta il Tribunale vaticano condanna al carcere i reati finanziari
Ior, sentenza storica: per la prima volta il Tribunale vaticano condanna al carcere i reati finanziari

I tre imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici

Città del Vaticano – E’ una sentenza storica, quella pronunciata oggi dal Tribunale del Vaticano che ha condannato Angelo Caloia e Gabriele Liuzzo a 8 anni e 11 mesi di reclusione per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata, e a pagare una multa di 12.500 euro; Lamberto Liuzzo è stato condannato a 5 anni e due mesi e al pagamento di una multa di 8mila euro.

Storica perché è la prima volta che il Vaticano emette una sentenza con pene carcerarie per reati finanziari. Ma non solo: i tre imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e il tribunale ha disposto anche la confisca delle somme già sequestrate sui conti correnti degli imputati, e ha disposto il risarcimento allo Ior e allo Sgir di circa 23 milioni. Le parti civili (gli avvocati di Ior e Sgir) avevano chiesto un risarcimento provvisionale di circa 35 milioni di euro.

Per una parte dei 29 immobili di proprietà dello Ior venduti tra il 2001 e il 2008, il tribunale ha assolto Caloia e Liuzzo dall’accusa di peculato o di appropriazione indebita aggravata per “insufficienza di prove” o “perché il fatto non sussiste” e Lamberto Liuzzo dall’accusa di autoriciclaggio. I 29 immobili si trovano principalmente a Roma (via Bruno Buozzi, via Boezio, via Emanuele Filiberto, via Portuense, via della Pineta Sacchetti, viale Regina Margherita, via Aurelia, via Casetta Mattei, via Traspontina, via del Porto fluviale, ecc), nella provincia di Roma (Frascati e Fara Sabina), ma anche a Milano (Porta nuova), Genova (piazza della Vittoria).

La somma di approssimativamente 23 milioni che gli imputati devono restituire a Ior e Sgir, in attesa che il danno reale sia quantificato in sede di distinto processo civile, è stata calcolata a titolo di danno economico, danno morale e danno reputazionale allo Ior e allo Sgir. Si è trattato della 23esima e ultima udienza di un processo di primo grado iniziato il 9 maggio 2018.

Imputati e parti civili

Imputati (non presenti in Aula) sono: Angelo Caloia, 81 anni, presidente dello Ior dal 1989 al 2009 difeso dagli avvocati Domenico Pulitanò e Rosa Maria Palavera, l’avvocato Gabriele Liuzzo, 97 anni, Lamberto Liuzzo, figlio di Gabriele, ultracinquantenne, difesi dagli avvocati Fabrizio Lemme, Francesca Guerriero e Anna Palazzi. Le parti civili: Ior, rappresentato dal direttore generale Gianfranco Mammì, avvocati Alessandro Benedetti, Roberto Lipari, Marcello Mustilli; Sgir (Società Gestione Immobili Roma), rappresentata da Gianfranco Mammì in qualità di consigliere di amministrazione, avvocati Roberto Lipari, Marcello Mustilli, Alessandro Benedetti.

La nota della Santa Sede

“Il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha definito il processo instaurato a carico dell’ex presidente dello Ior Angelo Caloia e dell’avvocato Gabriele Liuzzo in relazione alla vendita di 29 immobili di proprietà dell’Istituto e di una società controllata, la Sgir srl”, si legge in una nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, dalla quale precisano che si tratta della prima applicazione della normativa introdotta nel dicembre 2018, nel quadro più generale dell’adeguamento della legislazione vaticana agli standard internazionali per il contrasto al riciclaggio, alla corruzione e ad altri gravi reati”.

“Secondo l’accusa – ricostruisce il Vaticano – basata principalmente sulle indagini fatte nel 2014 dal gruppo Promontory, Caloia e Liuzzo, d’intesa con l’allora direttore generale dello Ior Lelio Scaletti, poi deceduto, avrebbero venduto – tra il 2002 e il 2007 – gli immobili ad un prezzo di gran lunga inferiore al valore di mercato; essi si sarebbero poi appropriati della differenza, stimata in circa 59 milioni di euro, che in parte avrebbero riciclato in Svizzera, anche con l’aiuto del figlio del Liuzzo, Lamberto Liuzzo. L’istruttoria dibattimentale, durata circa due anni, ha consentito di chiarire, grazie al contributo di tutte le parti, nel pieno rispetto del contraddittorio, i principali aspetti della vicenda; tra l’altro, i periti hanno stimato nella misura di circa 34 milioni di euro la differenza tra quanto incassato dallo Ior e dalla Sgir ed il valore di mercato degli immobili”.

“All’esito – ricordano da Oltretevere – il Tribunale ha ritenuto provato che in alcuni casi gli imputati si sono effettivamente appropriati di parte del denaro pagato dai compratori, o comunque di denaro dello IOR e della Sgir, per un importo complessivo di circa 19 milioni di euro. Ha quindi dichiarato gli imputati Caloia e Gabriele Liuzzo responsabili di più fatti di peculato in danno dello Ior e di altri di appropriazione indebita aggravata in danno della Sgir srl, oltre che del reato di autoriciclaggio e li ha condannati alla pena complessiva di anni otto e mesi undici di reclusione ed euro 12.500,00 di multa ciascuno”.

“Gli imputati – spiega ancora la Santa Sede nel riferire il dispositivo della sentenza – sono stati invece assolti dalle accuse relative alla vendita di quegli immobili per cui non è stata provata l’appropriazione -da parte loro- di denaro, anche se il prezzo di acquisto è risultato in molti casi nettamente inferiore al valore di mercato dell’epoca. Il Tribunale ha altresì condannato Lamberto Liuzzo alla pena di anni cinque e mesi due di reclusione ed euro 8.000,00 di multa per il reato di riciclaggio”.

“In ragione delle pene loro comminate, gli imputati – fa sapere ancora la nota con il dispositivo di sentenza – sono stati tutti dichiarati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici ed è stata altresì disposta a loro carico la confisca di somme complessivamente pari a circa 38 milioni di euro. Infine, gli imputati sono stati condannati al risarcimento dei danni nei confronti dello Ior e della sua controllata Sgir, costituiti parte civile, per una somma superiore a 20 milioni di euro. Nella stessa giornata, il Tribunale ha confermato in sede di appello l’applicazione della misura di prevenzione nei confronti di Gabriele Liuzzo, ordinando la confisca di circa 14 milioni di euro depositati presso lo Ior e già da tempo in sequestro, nonché di altri 11 milioni di euro circa, depositati presso banche svizzere”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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