Seguici su

Cerca nel sito

Terracina, Legambiente tuona: “Consiglio comunale farsa sul sequestro dell’ex Pro Infantia”

Europa Verde: “Chiediamo alla Regione di valutare il Commissariamento del Comune di Terracina”

Terracina – “Cantiere sequestrato e Procura che indaga… Per questo, si vorrebbe impedire, ai cittadini e alle associazioni attive sul territorio, di partecipare, come uditori, al Consiglio Comunale.”  E’ la denuncia social di Legambiente Terracina, che poi continua: “Un Consiglio Comunale farsa quello del prossimo 25 gennaio (dove è stato inserita, tra i punti all’ordine del giorno, anche la discussione sul caso dell’ex Pro Infantia) che tenterà senza riuscirci di chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati con la paura che ogni parola detta potrebbe anche ritorcersi contro visto le indagini della Procura in corso.”

E ancora: “Un Consiglio Comunale che per paura e per vergogna sembrava destinato a tenersi in segreto, senza possibilità di partecipazione da parte dei cittadini e delle associazioni come il nostro Circolo, che pure è molto attivo da anni sulle questioni degli abusi edilizi costieri, e che è attiva sul caso ex Pro Infantia ed Ex villa Adrover.

I cittadini – concludono da Legambiente – meritano rispetto e impegno e non di essere oggetto solo di ipocrite manipolazioni elettorali. Negati anche della possibilità di seguire la seduta consiliare via streaming, concessa alla fine…obtorto collo”, solo dopo evidenti rimostranze.”

Il caso dell’Ex Pro Infantia

Ma perché il cantiere dell’ex Pro Infantia è stato sequestrato? Ebbene, a essere contestata è la presunta lottizzazione dell’area che, a seguito della dichiarata incostituzionalità del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) da parte della Corte Costituzionale, non può al momento rientrare nell’applicazione della normativa sulla rigenerazione urbana.

Che cosa significa? Che il Comune di Terracina avrebbe potuto rilasciare solo autorizzazioni relative agli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, risanamento, recupero statico ed igienico e restauro conservativo, conformemente alle c.d. “norme di salvaguardia” della Legge regionale 24/1998.

Inoltre, le autorità ritengono che per l’area in questione manchino i presupposti di legge alla base del rilasciato permesso a costruire, che autorizzava la demolizione e ricostruzione con modifica delle sagome, che ne avrebbe stravolto dell’attuale assetto urbanistico. Stravolgimento che avrebbe comportato, a sua volta, una modifica di destinazione d’uso del compendio immobiliare di natura speculativa, volto a realizzare un complesso residenziale composto da due fabbricati suddivisi in cinque piani, con una piscina e due campi da paddle – opere per un valore stimato di circa 40 milioni di euro.-

Per questo motivo, e in considerazione del fatto che vi fosse il pericolo del protrarsi e dell’aggravamento delle sopra menzionate ipotesi di reato, attesa la comunicazione di inizio dei lavori del 29 dicembre, con l’avvio delle operazioni di demolizione dello storico manufatto, potenzialmente oggetto di vincolo monumentale – motivo per il quale sono ancora in corso accertamenti – si è reso proceduto, lo scorso 31 dicembre, al sequestro del cantiere al fine di salvaguardare eventuali interessi di Stato e di terzi (sequestro poi convalidato dal Gip lo scorso 8 gennaio).

Europa Verde: “Chiediamo alla Regione di valutare il Commissariamento del Comune di Terracina”

Intanto, non solo gli ambientalisti sono sul piede di guerra. Dal mondo della politica, è Europa Verde a intervenire sul caso. “Abbiamo presentato – spiega Gabriele Subiaco, co-portavoce di Europa verde – un’interrogazione a risposta scritta a nome del nostro consigliere regionale Marco Cacciatore, indirizzata al Presidente della Regione Nicola Zingaretti, all’Assessore all’Urbanistica Massimiliano Valeriani e alla Giunta.”

Il motivo? “Dopo l’approvazione del progetto della ex Pro Infantia, con la costruzione sul prezioso lungomare di un impattante complesso residenziale, con modifica delle sagome, monetizzazione degli standard urbanistici per quasi 3000 metri quadri e con un evidente stravolgimento dell’attuale assetto urbanistico e paesaggistico, e il recente sequestro preventivo convalidato dal GIP di Latina, sembra ormai acclarato, che nel Comune di Terracina la pianificazione urbanistica in questi anni si sia pericolosamente orientata su devastanti interventi di trasformazione speculativa del territorio costiero, con l’insediamento indiscriminato di diverse iniziative residenziali e balneari, che peraltro coinvolgono anche immobili storici tutti in aree di grande pregio fronte mare, come la ex Pro Infantia e la ex Villa Adrover.”

Non solo. “Dato che quanto sta succedendo con l’ex Pro Infantia potrebbe coinvolgere, dato l’analogo schema, la ex Villa Adrover, abbiamo chiesto alla Regione anche di valutare l’opportunità di avviare le procedure per il Commissariamento dell’amministrazione di Terracina, visto l’incauto incedere delle procedure e il più che prevedibile esito del caso “Pro-infantia”, per tutti gli ulteriori atti relativi ai diversi insediamenti, di natura tutt’altro che conservativa.”

Chiedere il commissariamento del proprio Comune è una scelta forte, difficile, specialmente in tempi di pandemia. Ma da Europa verde spiegano: “Il modo incauto di procedere di quest’amministrazione è confermato altresì dalla approvazione, sempre all’unanimità dei presenti, avvenuta in Consiglio Comunale il 28.7.2020, a due mesi dalle elezioni amministrative dello scorso settembre, di altre 4 delibere di Programma Integrato di Intervento ai sensi della Legge Regionale n. 22/1997-Adozione variante per una volumetria complessiva di quasi 100.000 metri cubi (quasi un terzo del volume di permessi di costruire residenziali e non residenziali autorizzato nell’intera provincia di Latina nel 2019!!).

Delibere – proseguono -, di cui noi abbiamo chiesto recentemente l’annullamento mediante documentate osservazioni presentate al Comune di Terracina e alla Direzione Regionale Territorio Urbanistica Mobilità e Rifiuti, che evidenziano la violazione dei principi e delle disposizioni in materia di sviluppo sostenibile.”

Non solo. A preoccupare ulteriormente i verdi c’è anche la consapevolezza che questo modo di procedere è stato “condiviso, in questi ultimi anni, anche dall’opposizione che siede in Consiglio comunale.”

Tant’è che concludono affermando: “Quest’amministrazione, visto il rigetto da parte della Consulta del Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato e la contemporanea mancanza di un PUA (Piano di Utilizzazione degli Arenili) aggiornato e carente della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) regionale, avrebbe dovuto adottare certamente maggior cautela, prima di procedere alla pianificazione di interventi urbanistici di tale impatto ambientale e paesaggistico in aree a ridosso della costa.

Invece, ha adottato una politica di gestione del territorio davvero scellerata e inconcepibile, in una città in cui il consumo di suolo è già al 12% contro una media nazionale del 7%, il verde urbano fruibile è di soli 4,7 metri quadri ad abitante contro una media delle città analoghe che è di 47 (10 volte tanto !!), di molto inferiore anche a quanto previsto dalla legge urbanistica che stabilisce in almeno 9 metri quadri per abitante lo spazio riservato al verde urbano, e con una carenza storica di parcheggi e servizi.”

Il Faro online – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Terracina