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Campione nella vita e nello sport: la storia del piccolo Gabriele

25 gennaio 2021 | 09:53
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Campione nella vita e nello sport: la storia del piccolo Gabriele
Campione nella vita e nello sport: la storia del piccolo Gabriele
Campione nella vita e nello sport: la storia del piccolo Gabriele

Il 13enne, nato con sindrome down, è diventato un ottimo ostacolista

Gabriele è un bambino speciale. Lo è per diversi motivi e lo sa bene papà Paolo che ha voluto raccontare la storia del suo piccolo campione capace con tenacia e forza di volontà di diventare un fenomeno dell’atletica leggera.

Ha 13 anni Gabriele, è nato con sindrome down che non gli ha impedito di raggiungere i suoi obiettivi. Anzi. Probabilmente è stato lo sprone per superarli. Ed è riuscito con successo, visto che ha superato i suoi ostacoli nella vita e sul campo diventando un gigante dell’atletica.

“Per molti la vita è un’autostrada – scrive papà Paolo -. Per noi invece è stata una mulattiera d’alta montagna: stretta, ripida, insidiosa, piena di curve”.

Papà Paolo scorre le foto dal suo telefonino. La maggior parte ritraggono suo figlio Gabriele mentre si allena. “È un ottimo ostacolista – sottolinea senza nascondere il suo orgoglio -, nello sport come nella vita“.

Torna indietro nel tempo papà Paolo, per ricordare e raccontare. “Gabriele è nato il 30 ottobre 2007 – dice -, pochi giorni dopo aver perso mia madre e pochi giorni prima di perdere mio padre.

Entrambi erano stati coinvolti in un incidente stradale in Piemonte. Vivevo quei giorni con uno stato d’animo in cui angoscia, rabbia, tristezza e preoccupazione si mescolavano insieme. Ero con il cuore in Piemonte ma cercavo di non far trasparire nulla a mia moglie che si apprestava a partorire.

Non ho grandissimi ricordi di quel giorno. Gabriele era piccolissimo, sembrava un bimbo prematuro con gli occhi un po’ a mandorla. Lo portarono immediatamente via. Passammo giorni d’angoscia. Poi arrivò il responso: sindrome di down.

Siamo molto credenti, l’accettammo.

Le settimane successive furono durissime, Gabriele aveva anche altri tipi di patologie. Dovemmo imparare a usare il sondino per nutrilo, a essere genitori di un ragazzo con una disabilità intellettiva. Fu durissima, è ancora durissima.

Oggi Gabriele è un ragazzino con un sorriso che illumina ogni cosa che guarda. Un combattente con una passione infinita per l’atletica leggera. È un ottimo ostacolista, credo che la vita gli abbia insegnato proprio questo, a non mollare di fronte a nulla anche davanti a ostacoli che nessuno penserebbe di poter superare”.

E Gabriele non solo non ha mollato, ma, sostenuto da mamma e papà, ha affrontato i tanti percorsi a ostacoli, fino a quando ha incontrato la Fondazione Roma Litorale e l’amore per lo sport.

Gabriele è un bambino splendido – racconta la presidente dalla Fondazione, Ilde Plateroti -. Lo seguiamo da due anni circa. La passione per lo sport è fondamentale per il suo percorso di crescita.

L’atletica ha delle regole complesse e il fatto che le rispetti, ascolti il proprio allenatore e che con lui si sia creato un rapporto empatico è importantissimo per sviluppare sempre più le sue capacità cognitive e relazionali. Capacità che dovremo poi generalizzare anche ad altri contesti. Come Fondazione cerchiamo di incentivare questo tipo di attività sportive spesso creando punti di mediazione con federazioni e associazioni.

Per quanto riguarda Gabriele va dato merito alla famiglia che svolge da sempre un ruolo fondamentale nel suo percorso di crescita. È stata centrale anche per quanto riguarda le terapie che svolge qui in Fondazione.

Causa Covid Gabriele è stato uno dei primi a sperimentare le terapie a distanza con ottimo successo. Con lui lavoriamo 6 giorni a settimana, ci stiamo concentrando principalmente sul potenziamento cognitivo utilizzando giochi interattivi. È un bambino curioso, brillante. Per questo durante le terapie abbiamo inserito degli intervalli musicali. Adora la musica, soprattutto i Blues Brothers. Il prossimo passo saranno invece le autonomie. Quindi andare al bar, acquistare le cose da solo, utilizzare i soldi, andare sui mezzi. Ma anche gli affetti, riconoscere gli stati d’animo e il rapporto con l’altro sesso”.

Lo sport è diventato un compagno di vita fondamentale per Gabriele che ha instaurato un rapporto speciale con il suo allenatore e anche lui si chiama Gabriele.

“Ci alleniamo insieme ormai da 4 anni – spiega Gabriele Gentili, allenatore Fidal -. Ha fatto passi da gigante, non solo fisicamente ma anche mentalmente e dal punto di vista della concentrazione. È diventato un ottimo ostacolista, è un ragazzo tignoso, che ama l’atletica e si impegna. Ha acquisito abilità motorie importantissime. Abbiamo fatto un lavoro atletico duro, sviluppando una forza sulle gambe notevole facendo i gradoni, allenandoci sulla sabbia. Non si tira mai indietro. Ha scatto, resistenza. La nostra intenzione è di farlo gareggiare non appena si potrà, non appena la pandemia da Covid ce lo consentirà, per proseguire un percorso che sta facendo davvero importante. Dietro i suoi grandi risultati c’è anche un grande e ammirevole lavoro della famiglia”.

(Il Faro online)