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Minturno, abusava della figlia della compagna. Pc e telefonino “al microscopio”

C'è attesa per l'incidente probatorio in cui verrà sentita la ragazza

Minturno – Atti sessuali con una minore. E’ pesante l’accusa della quale deve rispondere un imprenditore 59enne originario di Napoli, ma da tempo residente a Minturno. L’uomo secondo la pubblica accusa avrebbe compiuto atti sessuali con una ragazzina che ancora non aveva compiuto 14 anni nel 2017. Un comportamento che avrebbe tenuto fino ad oggi.

A portare alla luce la vicenda sarebbero stati i familiari del 59enne che dopo essersi lasciato con la moglie aveva instaurato un rapporto sentimentale con la madre della minore. I parenti dell’imprenditore,  venuti a conoscenza dell’accaduto, avrebbero informato la mamma della ragazzina e poi la Polizia di Formia che, coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Emanuele De Franco, avrebbe ricostruito i fatti tramite attività investigativa.

Secondo le indagini, sembrerebbe che l’uomo abbia avuto approcci intimi con la ragazzina quando era ancora 13enne, per arrivare col passare del tempo ad avere rapporti sessuali completi.

La ragazza, oggi 17enne, è stata sentita e ha confermato l’accaduto, seppure evidenziando che si trattava di rapporti consenzienti. Anche la mamma della 17enne è stata sentita dagli inquirenti che hanno proceduto a sequestrare computer, cellulari e i dispositivi informatici utilizzati dall’uomo, per verificare l’esistenza di eventuali chat, foto o video tra i due che abbiano rilevanza investigativa.

Un obiettivo perseguito anche attraverso il conferimento, oggi, dell’incarico da parte del sostituto procuratore De Franco a un consulente della Procura affinchè proceda all’estrazione forense di tutti i dispositivi informatici sequestrati. Un incarico affidato formalmente al dottor Fabiano Querceto, davanti ai legali del 59enne indagato, gli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola.

Resta ora da vedere quale sarà la data dell’udienza che verrà fissata dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cassino per procedere con incidente probatorio finalizzato a cristallizzare la versione dei fatti così come raccontata dalla ragazza.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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