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Crisi di Governo, i timori della Cei: “Serve una soluzione che tenga conto di tante criticità”

26 gennaio 2021 | 16:20
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Crisi di Governo, i timori della Cei: “Serve una soluzione che tenga conto di tante criticità”

Aprendo il Consiglio permanente della Cei il cardinal Bassetti lancia un appello: “Accanto alla fiducia nell’efficacia del vaccino contro il virus, non possiamo trascurare i drammatici danni collaterali portati da questa pandemia”

Roma – I Vescovi danno voce alla preoccupazione per la crisi di governo in un momento tanto critico per il Paese con la pandemia e invitano gli esponenti politici a trovare una soluzione che “tenga conto delle tante criticità del Paese”. La parola d’ordine, “corresponsabilità”. Il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti, aprendo il Consiglio episcopale permanente premette: “La Chiesa, giova ricordarlo, non è di questa o di quell’altra parte. Quello che ci sta a cuore è il bene di ogni persona e di ognuno insieme agli altri, quello di cui c’importa è la vita delle persone, quello che sosteniamo è il nostro Paese”.

“Guardiamo, quindi, con attenzione e preoccupazione alla verifica politica in corso, in uno scenario già reso precario dalla situazione che stiamo vivendo. Auspichiamo – il monito – che la classe politica collabori al servizio dei cittadini, uomini e donne, che ogni giorno, in tutta Italia, lavorano in operoso silenzio e che si giunga a una soluzione che tenga conto delle tante criticità”.

“Come pastori – dice il presidente dei Vescovi- dobbiamo farci interpreti ed essere voce delle molteplici fragilità, perché nessuno sia lasciato solo. Inoltre i prossimi mesi – non dimentichiamolo – saranno cruciali per la ricostruzione del sistema-Paese. Un tema su cui intendiamo dare il nostro contributo progettuale. E con amore alla persona, dunque, che evidenziamo – con una metafora medica – le varie fratture che la pandemia sta trasformando da isolate in associate, coinvolgendo tutti i legamenti che tengono uniti i nostri territori. Ecco, dunque, il dono della riconciliazione che c’impegna, come cristiani e cittadini, a una risposta di comunione e corresponsabilità”.

I vescovi lanciano l’allarme sulle nuove povertà, esasperate ancor più dalla pandemia, denunciando dati “deflagranti” e mettendo in guardia dal rischio usura. “In questo contesto si fa purtroppo sempre più pressante la frattura delle nuove povertà rispetto alle quali i dati sono deflagranti. La situazione socio-economica in cui si trova il nostro Paese – dice il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti introducendo i lavori del Consiglio episcopale permanente – è fonte di preoccupazione crescente: è chiaro che una serie di problemi di carattere strutturale conosciuti da tempo, a lungo sottovalutati, sono da affrontare in modo indifferibile”.

“Se non s’interviene efficacemente sul sovraindebitamento di famiglie e imprese, cadute per la prima volta a causa della pandemia nella condizione di debitori insolventi, – avverte il porporato – si amplificheranno le già drammatiche condizioni per il ricorso all’usura e l’accesso della Criminalità organizzata nei tessuti economici e sociali”.

Dati alla mano, considera la situazione nella sua drammaticità: “Dall’Osservatorio della Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II con le sue 32 Fondazioni che operano in tutta Italia, viene rilevato un quadro preoccupante che va dalle famiglie e piccole imprese familiari divenute insolventi – sono 3 milioni di nuclei, per circa 7,5 milioni di persone fisiche – a quelle che avevano già varcato la soglia di rischio e sono ora in fallimento ‘tecnico’ per debiti – sono 2 milioni e 250 mila unità, per 6,5 milioni di persone; infine a quelle a rischio di usura – quantificabili in 350 mila famiglie e in 800 mila persone. Caritas italiana e le Caritas diocesane in questi mesi hanno visto crescere il numero di persone che a loro si sono rivolte per usufruire dei servizi erogati: materiali e non”.

“Proprio le rilevazioni della Caritas – annota Bassetti – ci dicono che, analizzando il periodo maggio-settembre del 2019 e confrontandolo con lo stesso periodo del 2020, è emerso che l’incidenza dei ‘nuovi poveri’ è passata dal 31% al 45%: quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta. E aumentato in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa”.

Da qui il monito anche alla politica ad andare oltre le misure d’urgenza: “E evidente che alla solidarietà generosa di molti, bisogna affiancare la volontà politica di andare oltre la logica delle misure d’urgenza e di sollievo temporaneo per elaborare una strategia che sia davvero di sistema, anche al fine di impiegare al meglio le risorse in arrivo. Occorre disegnare nuovi strumenti e soluzioni sostenibili e innovative dal punto di vista sociale e mettere in campo azioni di prossimità alle situazioni di fragilità economico-finanziaria, attraverso le quali intercettare i soggetti in difficoltà, ascoltarli e aiutarli a compiere le scelte giuste ai primi segnali di allarme senza attendere inerti l’aggravarsi della situazione”.

“Si tratta – dice il presidente dei Vescovi nell’indicare la strada – di azioni da realizzarsi a livello capillare sul territorio da Istituzioni, Terzo Settore, parrocchie supportate dalle Caritas e dalle Fondazioni Antiusura, perché nessuno sia lasciato solo di fronte allo sconvolgimento psicologico, economico e spirituale che tutto ciò provoca e per evitare che a farsi prossime siano le organizzazioni criminali”. “Accanto alla fiducia nell’efficacia del vaccino contro il virus, non possiamo trascurare i drammatici danni collaterali portati da questa pandemia”, sottolinea il presidente della Cei, card. Gualtiero Bassetti.

“Vi è una frattura sanitaria che è anche una frattura sociale. Ancora non possiamo trarre una valutazione conclusiva sulle conseguenze a lungo termine di ciò che sta accadendo, ma i dati diffusi – dice – devono interrogare le coscienze e allarmare le Istituzioni e le agenzie educative tutte: solitudine, isolamento sociale, aumento delle malattie legate al disagio mentale, impennata di suicidi. I giovani, gli anziani, le persone con disabilità, le persone vulnerabili sono le prime vittime di queste infermità dell’anima. Per porre rimedio a queste situazioni purtroppo non c’è chimica che tenga”.

Da qui il monito a “sviluppare un vaccino per la salute della mente o, come l’ha chiamato il Santo Padre, un vaccino per il cuore, i cui elementi costitutivi siano principi veramente attivi e vitali, come il rispetto, la gratitudine, l’altruismo, l’empatia, il sapere, il conoscere… I loro effetti, una volta entrati nel nostro animo, aumentano la capacità relazionale del prendersi cura di sé e degli altri”. (fonte Adnkronos)

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