Il Fatto |
Esteri
/

Covid-19. Niente aiuti dallo Stato, a Tripoli esplode la rivolta: Municipio dato alle fiamme

29 gennaio 2021 | 11:40
Share0
Covid-19. Niente aiuti dallo Stato, a Tripoli esplode la rivolta: Municipio dato alle fiamme
Covid-19. Niente aiuti dallo Stato, a Tripoli esplode la rivolta: Municipio dato alle fiamme
Covid-19. Niente aiuti dallo Stato, a Tripoli esplode la rivolta: Municipio dato alle fiamme

Queste violenze, quasi ininterrotte da lunedì sera, hanno finora ucciso due manifestanti e causato il ferimento di più di 300 persone, tra cui una trentina di militari e agenti di polizia

Beirut – In Libano almeno 115 persone sono rimaste ferite giovedì negli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza nel distretto di Tripoli, a nord di Beirut. I manifestanti si sono riuniti nel centro di Tripoli nel pomeriggio e hanno marciato verso l’ufficio del governatore in piazza Sahet al-Nour.

Le forze di sicurezza dispiegate intorno all’ufficio del governatore hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, la maggior parte dei quali giovani, che hanno risposto lanciando pietre contro la polizia. Frustrati per la crisi economica e la disoccupazione,gli scontri sono continuati a Sahet al-Nour e nelle strade vicine. Un gruppo di persone in piazza Abdul Hamid Karami ha lanciando molotov contro il municipio che ha preso fuoco.

La maggior parte dei documenti all’interno dell’edificio è stata bruciata e l’edificio è stato danneggiato, ma non sono state riportate vittime. Da tempo il governo municipale è al fianco dei manifestanti che rivendicano i loro diritti da più di un anno, ha detto in una dichiarazione il sindaco di Tripoli, Riad Yamak. Yamak ha aggiunto che coloro che hanno appiccato il fuoco al municipio non erano manifestanti.

Il premier uscente: “Arrestate i teppisti di Tripoli”

Il premier uscente libanese Hassan Diab ha chiesto oggi che i “teppisti” responsabili degli attacchi e degli incendi, nella scorsa notte, a diversi edifici a Tripoli, tra cui la sede del comune, siano arrestati e assicurati alla giustizia. In una nota diffusa dall’agenzia governativa libanese (Nna), Diab ha detto che “non basta condannare l’attacco per compensare il costo pagato da Tripoli, città usata da certe parti per inviare messaggi politici esplosivi”. Per il quarto giorno consecutivo Tripoli, principale porto nel nord del Libano e città da anni considerata la più povera di tutto il paese, è stata teatro ieri sera di violenti scontri tra manifestanti che protestavano contro l’assenza di interventi governativi a sostegno della crescente povertà e indigenza in un contesto di crisi economica prolungata e aggravata dalle misure anti-covid.

“I criminali che hanno bruciato la sede del comune di Tripoli, e che hanno cercato di bruciare la sede del Tribunale religioso, hanno mostrato tutto il risentimento che hanno nei confronti della città”, ha aggiunto il premier. “Bisogna ora arrestare questi criminali perché siano ritenuti responsabili di ciò che hanno commesso”, ha detto il premier chiedendo l’apertura di una inchiesta. Il premier ha definito gli autori di queste azioni come dei “teppisti”. Queste violenze, quasi ininterrotte da lunedì sera, hanno finora ucciso due manifestanti e causato il ferimento di più di 300 persone, tra cui una trentina di militari e agenti di polizia. Amnesty International e organizzazioni umanitarie locali hanno documentato violazioni commesse contro i manifestanti da parte delle forze dell’ordine. (foto Ansa)