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Fondi, marito violento esce dal carcere e torna a minacciare la moglie: riarrestato

29 gennaio 2021 | 12:14
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Fondi, marito violento esce dal carcere e torna a minacciare la moglie: riarrestato

L’uomo era finito in manette giorni fa per aver aver preso a botte moglie e figli

Fondi – I poliziotti del Commissariato di Fondi nella tarda serata di ieri 28 gennaio hanno arrestato un 51enne, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.

Il destinatario della misura cautelare era già stato arrestato dagli stessi poliziotti di Fondi lo scorso 25 gennaio, poiché responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia (leggi qui).

L’uomo, recluso presso la Casa Circondariale di Velletri,nel pomeriggio di ieri è stato scarcerato con sottoposizione al regime degli arresti domiciliari nel comune di Sperlonga.

Però, non appena uscito dalla struttura carceraria l’uomo ha contattato telefonicamente la moglie, per ingiuriarla e minacciarla ancora, preannunciandole che stava facendo ritorno presso l’abitazione coniugale, in totale violazione della misura degli arresti domiciliari appena concessagli, che prevedeva espressamente il divieto di comunicare con la parte offesa e di recarsi presso l’abitazione della parte lesa.

La donna, nel timore che il marito potesse nuovamente aggredire lei o i due figli minori, ha chiesto aiuto agli agenti del Commissariato di Fondi. Alcuni poliziotti si sono quindi recati presso l’abitazione della vittima al fine di garantirne l’incolumità e nel frattempo sono stati informati il Pubblico Ministero e il gip Cario, che aveva disposto gli arresti domiciliari.

Il Giudice, preso atto della manifesta volontà dell’uomo di disattendere quanto previsto dal provvedimento che ne disponeva gli arresti domiciliari, ha immediatamente emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere, tempestivamente eseguito dai poliziotti che hanno rintracciato l’uomo nei pressi della stazione ferroviaria.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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