Roma, scoperti oltre 3mila farmaci illegali per la “cura” del Coronavirus

30 gennaio 2021 | 13:36
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Roma, scoperti oltre 3mila farmaci illegali per la “cura” del Coronavirus
Roma, scoperti oltre 3mila farmaci illegali per la “cura” del Coronavirus
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Roma, scoperti oltre 3mila farmaci illegali per la “cura” del Coronavirus
Roma, scoperti oltre 3mila farmaci illegali per la “cura” del Coronavirus

La Guardia di Finanza ha denunciato 2 commercianti per la vendita di prodotti illegali, spacciati come farmaci efficaci contro il Covid-19

Roma –  Circa 3mila farmaci immessi sul mercato preparati a base vegetale, spacciati come efficaci per la cura del Coronavirus. E’ successo a Roma, dove i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, hanno denunciato 2 persone per i reati di ricettazione e vendita abusiva di medicinali.

All’interno di un minimarket ubicato nei pressi di via dell’Omo e gestito da un cittadino di nazionalità cinese, le Fiamme Gialle del 3° Nucleo Operativo Metropolitano hanno scovato, tra gli alimenti esposti per la vendita, oltre 2mila prodotti tra pastiglie, pillole, composti di erbe e tisane provenienti dalla Cina, con etichette prive di traduzione in lingua italiana.

Un’altra “farmacia” illegale è stata scoperta dal 2° Nucleo Operativo Metropolitano in un magazzino nella disponibilità di una società operante nel settore della cosmetica, anch’essa gestita da un soggetto cinese, in via Prenestina. Circa mille capsule sono state rinvenute in alcune confezioni riportanti la dicitura “Lianhua Qingwen Jiaonang”, vendute come proposta terapeutica contro il Covid.

Tutti i preparati rinvenuti erano sprovvisti dell’Autorizzazione per l’Immissione in Commercio (A.I.C.) rilasciata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (A.I.F.A.) e avrebbero potuto mettere a repentaglio la salute degli ignari consumatori.

L’operazione si inserisce nel più ampio dispositivo messo in atto dalla Guardia di Finanza di Roma per contrastare le pratiche commerciali scorrette connesse con l’emergenza epidemiologica in atto e tutelare la salute dei cittadini.

 Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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