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Come il lockdown ha reso Acilia e Casal Palocco terra di scontro delle baby gang

2 febbraio 2021 | 19:35
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Come il lockdown ha reso Acilia e Casal Palocco terra di scontro delle baby gang

Il dirigente del X Distretto Lido Antonino Mendolia: “Il fenomeno delle baby gang può essere sintomo di un disagio più profondo di quello economico”

Ostia – Non c’è giorno in cui non si senta parlare di “baby gang”: un’espressione, questa, che negli ultimi anni è diventata estremamente familiare anche a chi abita nel X Municipio.

Si tratta, però, di un fenomeno tutt’altro che generico. Le “baby gang”, infatti, presentano caratteristiche precise e riconoscibili: nascono nelle periferie della grandi città, e quella di Roma non fa eccezione. A parlarne a ilfaroonline.it è Antonino Mendolia, il nuovo dirigente del X Distretto Lido della Polizia di Stato (leggi qui).

“Gang giovanili” e “baby gang”: qual è la differenza?

“In ambito criminologico – spiega Mendolia -, s’inizia a parlare di ‘gang giovanili’ negli anni novanta, quando nei sobborghi di Los Angeles compaiono alcune scritte in codice che recitano ‘MS13’. Di lì a breve, le forze dell’ordine statunitensi avrebbero scoperto che si trattava della firma di alcune gang di giovani salvadoregni che, facendo largo uso di violenza, erano riusciti ad imporsi nel traffico e nello spaccio di stupefacenti”.

“Inevitabilmente, col passare degli anni, il mutamento delle rotte del traffico di stupefacenti e l’aumentare dell’immigrazione dal Sud America hanno fatto sì che fenomeni come quello delle gang giovanili venissero esportati anche nelle grandi città europee, riproducendo le dinamiche già viste negli Stati Uniti. In Italia, i primissimi fenomeni di questo tipo sono stati registrati soprattutto a Milano e a Genova“, racconta il dirigente del X Distretto Lido.

“Nello specifico, le gang giovanili partono dal controllo di un singolo bar, di una singola sala scommesse, di una singola piazza di spaccio e finiscono con l’imporsi su un intero quartiere. A fare da collanteè l’appartenenza ad un medesimo gruppo etnico o culturale, che si esprime attraverso tatuaggi, abbigliamento e linguaggio fisico e verbale. I membri di queste ‘gang’ fanno largo uso di droghe (soprattutto marijuana e cocaina) e, naturalmente, violenza”.

Ma com’è che dalle “gang giovanili” si è arrivati a parlare di “baby gang”? “Nelle zone in cui il disagio sociale è più evidente – spiega Mendolia -, i comportamenti dei membri di queste gang vengono mutuati dai più piccoli: i fratelli minori ‘assorbono’ il linguaggio, i simboli e gli atteggiamenti dei più grandi, e finiscono con l’imitarli”.

Parliamo per lo più di minorenni, ragazzini che si ritrovano nei punti d’aggregazione dei loro coetanei (come le vicinanze dei centri commerciali) e vanno a caccia di piumini, cellulari e del gadget all’ultimo grido. Quello con la personalità più forte (il più ‘cattivo’) ne diventa il leader, e questo avviene a prescindere dal sesso o dall’età. Negli ultimi anni, infatti, sono state molte le baby gang a ‘guida’ femminile“.

Le baby gang nel X Municipio

Stando ai risultati delle ultime indagini della Polizia di Stato, sono diverse le baby gang attive nell’entroterra del X Municipio. Protagoniste del fenomeno sono, infatti, Acilia e Dragona, ma non solo: anche nel quartiere residenziale di Casal Palocco sarebbero attive alcune gang di giovanissimi, aspiranti criminali. “Si tratta – precisa il dirigente del X Distretto Lido – di gang il cui raggio d’azione è limitato all’ambiente scolastico o al quartiere in cui vivono e che si rendono protagoniste di episodi di bullismo, maltrattamenti e piccole rapine. In questi casi, infatti, il vero ‘salto di qualità’ criminale avviene col passare degli anni e con l’aumento della disponibilità economica dei soggetti in questione”.

Per Mendolia, il lockdown e le restrizioni dell’ultimo anno avrebbero giocato un ruolo fondamentale nell’esplodere di questo tipo di fenomeni giovanili. “Mesi e mesi di clausura – racconta –  hanno esasperato gli animi di questi ragazzi, comprimendoli all’inverosimile: di qui la necessità di ‘fare una bravata’. Secondo i più attenti osservatori, infatti, le risse ‘collettive’ balzate agli onori della cronaca nelle ultime settimane potrebbero essere proprio dovute alle difficoltà che i ragazzi hanno dovuto affrontare negli ultimi mesi”.

“Questo spiega perché episodi del genere si verifichino anche in quartieri benestanti come Casal Palocco: il fenomeno delle baby gang non è necessariamente legato a situazioni di disagio economico e sociale, ma può essere (ed è) sintomo di un disagio più profondo, ben radicato nella nostra società”.

L’Arancia Meccanica – conclude il dirigente del X Distretto Lido – non risponde solo a necessità e disagi di tipo economico. L’Arancia Meccanica risponde, nel caso delle baby gang, alla necessità che hanno alcune personalità di emergere e imporsi sulle altre”.
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