crisi di governo |
Interni
/

Il Quirinale boccia l’opzione elezioni: perché Mattarella ha detto “no” al voto

3 febbraio 2021 | 07:35
Share0
Il Quirinale boccia l’opzione elezioni: perché Mattarella ha detto “no” al voto

Roma – Niente elezioni (almeno per adesso). Il Presidente Mattarella dopo aver assistito al “fallimento” del mandato esplorativo del Presidente della Camera (leggi qui), nel suo discorso alla nazione ammette che a questo punto gli scenari sono due: il voto o un governo “di alto profilo” (leggi qui). L’inquilino del Quirinale ha optato per la seconda scelta, tanto da convocare immediatamente Mario Draghi (leggi qui).

Ma perché il Capo di Stato ha “bocciato” il ritorno alle urne? Le motivazioni le elenca lo stesso Mattarella, secondo cui “le elezioni rappresentano un esercizio di democrazia” ma incompatibili, in questo momento, coi tempi che la situazione sanitaria e sociale dell’Italia (e dell’Europa).

“Il lungo periodo di campagna elettorale – e la conseguente riduzione dell’attività di governo – coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia – spiega il Presidente Mattarella -. Sotto il profilo sanitario, i prossimi mesi saranno quelli in cui si può sconfiggere il virus oppure rischiare di esserne travolti. Questo richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni per adottare i provvedimenti via via necessari e non un governo con attività ridotta al minimo, come è inevitabile in campagna elettorale. Lo stesso vale per lo sviluppo decisivo della campagna di vaccinazione, da condurre in stretto coordinamento tra lo Stato e le Regioni”.

Sul versante sociale, invece, “a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti di tutela sociale adeguati e tempestivi, molto difficili da assumere da parte di un Governo senza pienezza di funzioni, in piena campagna elettorale”.

C’è poi la questione del Recovery Plan: “Entro il mese di aprile va presentato alla Commissione Europea il piano per l’utilizzo dei grandi fondi europei; ed è fortemente auspicabile che questo avvenga prima di quella data di scadenza, perché quegli indispensabili finanziamenti vengano impegnati presto. E prima si presenta il piano, più tempo si ha per il confronto con la Commissione – sottolinea il Capo di Stato -. Questa ha due mesi di tempo per discutere il piano con il nostro Governo; con un mese ulteriore per il Consiglio Europeo per approvarlo. Occorrerà, quindi, successivamente, provvedere tempestivamente al loro utilizzo per non rischiare di perderli. Un governo ad attività ridotta non sarebbe in grado di farlo. Per qualche aspetto neppure potrebbe. E non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro”.

Altro freno allo scenario del voto arriva dalle tempistiche: “Dal giorno in cui si sciolgono le Camere a quello delle elezioni sono necessari almeno sessanta giorni. Successivamente ne occorrono poco meno di venti per proclamare gli eletti e riunire le nuove Camere. Queste devono, nei giorni successivi, nominare i propri organi di presidenza. Occorre quindi formare il Governo e questo, per operare a pieno ritmo, deve ottenere la fiducia di entrambe le Camere. Deve inoltre organizzare i propri uffici di collaborazione nei vari Ministeri”, sottolinea Mattarella, ricordando come nel 2013 “dallo scioglimento delle Camere sono trascorsi quattro mesi” prima dell’insediamento del nuovo Governo, “nel 2018 sono trascorsi cinque mesi”.

A questo poi si aggiunge anche la preoccupazione del possibile aumento dei contagi: “Credo che sia giusto aggiungere un’ulteriore considerazione: ci troviamo nel pieno della pandemia. Il contagio del virus è diffuso e allarmante; e se ne temono nuove ondate nelle sue varianti. Va ricordato che le elezioni non consistono soltanto nel giorno in cui ci si reca a votare ma includono molte e complesse attività precedenti per formare e presentare le candidature. Inoltre la successiva campagna elettorale richiede – inevitabilmente – tanti incontri affollati, assemblee, comizi: nel ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti. In altri Paesi in cui si è votato – obbligatoriamente, perché erano scadute le legislature dei Parlamenti o i mandati dei Presidenti – si è verificato un grave aumento dei contagi. Questo fa riflettere, pensando alle tante vittime che purtroppo continuiamo ogni giorno a registrare”.

Da qui la scelta di convocare Draghi e l’appello “a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un Governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica”.

(Il Faro online, foto Ufficio Stampa Quirinale)