L'Intervento

Possanzini: “A cosa serve il nuovo ponte della Scafa se il vecchio non sarà rimosso?”

3 febbraio 2021 | 12:52
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Possanzini: “A cosa serve il nuovo ponte della Scafa se il vecchio non sarà rimosso?”

“Ci sorprende che l’Amministrazione grillina non abbia avuto nulla da eccepire sulla stravagante ipotesi di non demolire il vecchio ponte”

Ostia – “La bella e partecipata iniziativa promossa da Demos Fiumicino sul nuovo ponte della Scafa, per altro di grande qualità in termini di contributi presentati, non può lasciarci indifferenti”. Così, in una nota, Marco Possanzini, segretario di Sinistra Italiana X Municipio.

“Il progetto per il nuovo ponte della Scafa – racconta Possanzini – consiste nella realizzazione di un ponte di scavalco alto più di 20 metri, praticamente come un palazzo di 7 piani, tutto in cemento armato, realizzato in obliquo rispetto al tracciato del fiume nel punto di attraversamento, dotato di 4 corsie della lunghezza complessiva di più di 2 chilometri. L’idea promossa è quella di realizzare un ponte al di sotto del quale riescano a transitare anche barche a vela e unità navali in genere con un’altezza, sopra il pelo libero dell’acqua, superiore ai dieci metri”.

“Si rimane senza parole, osservando il progetto redatto da Risorse per Roma, quando si scopre che il vecchio ponte della Scafa, un’opera di ‘appena’ 7 metri di altezza, non verrà demolito ma rimarrà dov’è, cioè all’ombra del nuovo ponte alto tre volte tanto, e sarà utilizzato per ospitare tubature e impianti così come una pista ciclopedonale. Perché realizzare un ponte alto 20 metri se il vecchio ponte alto 7, fra l’altro a ridosso della nuova opera, non sarà demolito? Quale è la logica? Questa è una delle domande che ci siamo posti durante l’importante iniziativa promossa da Demos Fiumicino a cui abbiamo partecipato con grande interesse e spirito collaborativo”.

“‘Il nuovo ponte della Scafa avrà quattro corsie per due carreggiate e sarà pronto nel 2020’, disse l’assessore del M5S Linda Meleo nel non troppo lontano 2019. Ovviamente non disse nulla sul vecchio ponte, lasciando intendere che sarebbe stato demolito. Silenzio assenso. Ci sorprende che l’Amministrazione grillina non abbia avuto nulla da eccepire sulla stravagante ipotesi di non demolire il vecchio ponte”.

“Va detto che il nuovo ponte della Scafa, nonostante le maestose dimensioni, non potrà essere sufficiente a garantire un collegamento efficace e sostenibile fra Roma Capitale e Fiumicino sia in termini di viabilità sia in termini di sviluppo della città in quanto, per quanto possa essere enorme, non riuscirebbe in alcun modo a drenare l’enorme traffico veicolare che si intensificherà nei prossimi anni. Come possiamo migliorare la viabilità fra due comuni così vicini ma anche così lontani? Il ponte della Scafa è ad oggi l’unica infrastruttura, insieme al ponte sul Raccordo Anulare, che collega il comune di Roma con il comune di Fiumicino. Dobbiamo tener presente che più di mezzo milione di persone sono oggi interessate da questa importante infrastruttura di collegamento e saranno ancora di più nel prossimo futuro in quanto la crescita delle città e l’addensarsi delle occasioni di lavoro proprio nei grandi centri urbani determinerà una necessità sempre maggiore di collegamento”.

E’ giunto il momento di superare le diffidenze ed aprire un confronto serio, costruttivo e concreto con tutte le Istituzioni competenti al fine di ripensare la mobilità, in chiave di sostenibilità, fra il comune di Fiumicino e quello di Roma. Invece di realizzare un megaponte in cemento armato, visto che non servirà per lo scopo previsto in quanto il vecchio ponte non sarà demolito, si metta mano al ponte della Scafa esistente con una ristrutturazione completa che preveda anche l’allargamento del ponte stesso così come la realizzazione di una pista ciclopedonale”.

“Con i soldi risparmiati, visto l’imponente stanziamento previsto, si potrà finanziare e realizzare in tempi certi un secondo ponte di collegamento fra l’entroterra del Municipio X ed il comune di Fiumicino, un’opera assolutamente necessaria anche per alleggerire il traffico che transita quotidianamente su Isola Sacra. Un ponte nell’entroterra, così concepito e quindi complementare al ponte della Scafa, determinerà fra le altre cose un notevole risparmio di emissioni nocive in quanto si potrà coprire una distanza di pochi chilometri evitando di percorrerne dieci volte tanti. Ma un secondo ponte rischierebbe di essere l’ennesima cattedrale nel deserto se malauguratamente non fosse progettato senza tener conto della necessaria integrazione con il territorio del comune di Roma e del comune di Fiumicino”.

E’ necessario aprire quanto prima un confronto, con tutte le Istituzioni competenti, su tutte le opere di completamento necessarie, anche in termini di viabilità sostenibile, per far sì che questa nuova infrastruttura possa davvero essere complementare al ponte della Scafa migliorando sensibilmente la qualità della vita dei cittadini”, conclude Possanzini.
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