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Ex colonia balneare Pro Infantia Terracina, Pernarella (M5S): “La Regione si assuma le proprie responsabilità”

5 febbraio 2021 | 09:00
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Ex colonia balneare Pro Infantia Terracina, Pernarella (M5S): “La Regione si assuma le proprie responsabilità”

La Consigliera: “Un progetto di demolizione e ricostruzione, avallato dal Comune di Terracina un giorno prima che la Corte Costituzionale bocciasse il Piano Paesistico Regionale”

Regione Lazio – “Rimango sconcertata dallo scaricabarile con il quale la Direzione Regionale per le Politiche Abitative e la Pianificazione Territoriale, Paesistica e Urbanistica cerca di tirarsi fuori da ogni responsabilità che riguardano la materia urbanistica che, preme ricordare, è di competenza regionale.

“Contraddizioni e ignavia. Così si può riassumere l’attività dell’Assessorato e della Direzione regionale del Lazio in merito all’emblematico caso della ex colonia balneare Pro Infantia di Terracina e, più in generale, rispetto al Piano Territoriale Paesaggistico Regionale e alla gestione successivamente alla sua bocciatura di fronte alla Corte Costituzionale”. E’ il commento di Gaia Pernarella, Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, alla risposta all’interrogazione con richiesta di risposta scritta presentata il 5 Gennaio rilasciata dall’Assessorato all’Urbanistica e della Direzione regionale per le politiche abitative e la pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica.

“Se è vero che sono gli Enti locali a dover gestire gli interventi effettuati da privati, è anche vero che quando viene palesemente esautorato il principio della Legge regionale sulla Rigenerazione Urbana nella quale non è contemplata l’edificazione di un complesso residenziale privato fronte mare, per il quale, tra l’altro è intervenuta la Magistratura, la Regione dovrebbe quantomeno procedere ad una ricognizione ed una eventuale rettifica delle autorizzazioni rilasciate trattandosi di zona vincolata per legge”. – dichiara la consigliera regionale M5S, in Commissione Urbanistica, Politiche Abitative, Rifiuti.

“Ci troviamo di fronte ad una situazione che vede uno stabile a pochi metri dal mare, ex colonia estiva, ex scuola, interamente ricostruito con denaro pubblico – continua Pernarella – venduto per 5 milioni di euro, da un privato a una società privata che, approfittando anche della Legge sulla Rigenerazione Urbana, punta alla trasformazione dell’immobile in un residence, con valore stimato finale 40 milioni di euro.

Un progetto di demolizione e ricostruzione, avallato dal Comune di Terracina sulla base di pareri che la Commissione Paesaggistica ha dato esattamente un giorno prima che la Corte Costituzionale bocciasse il Piano Paesistico Regionale, lasciando il legittimo dubbio sulla validità degli stessi a seguito della bocciatura da parte della Consulta.

Secondo una nota della Direzione regionale, a seguito di una mia Interrogazione, tali pareri sembrano siano validi, rimane però il fatto che tutti gli atti successivi, scaturiti da questi, sono successivi alla bocciatura e pertanto in contrasto con la normativa vigente e con la Gerarchia delle Fonti che stabilisce che una norma di rango inferiore deve essere più stringente e non più permissiva di una norma di rango superiore. Ancor più sconcertante che nessuna risposta in questo senso sia arrivata dalla Direzione regionale, il cui tentativo di lavarsi le mani da questa vicenda incresciosa è apparso evidente”.

“Nella baraonda di dichiarazioni che si sono succedute a seguito del sequestro del cantiere Pro Infantia, confermato dopo il Riesame – aggiunge Pernarella -, non posso non sottolineare come in merito alla Legge di rigenerazione urbana, il Comune di Terracina non abbia chiesto alcun incontro all’Ufficio regionale per meglio chiarire l’applicazione della normativa e si sia limitato a interlocuzioni di tipo informale, “avvenute in via incidentale ed aventi carattere generale e astratto, senza riferimenti ad interventi specifici e puntuali”. E, in ogni caso, “senza nessuna conoscenza della Direzione circa l’intervento relativo all’immobile Pro Infantia””.

“Nel frattempo – conclude la consigliera del Movimento 5 Stelle – su un bene, che benché non sia considerato ancora tecnicamente storico, vincolo che scatterà a luglio di quest’anno visto che celebrerà i suoi 70 in quel mese, è di grande valore sociale per la comunità terracinese e, cosa non da poco, costruito su un tratto di lungomare in una rilevante zona di pregio, è in atto un vero e proprio saccheggio a fine economico sul quale mi auguro che la Magistratura, che ha sequestrato il cantiere il 31 dicembre scorso, faccia luce”.
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