Il Fatto

Stranieri trattati come schiavi nella riserva del litorale romano: costretti a vivere tra i rifiuti

6 febbraio 2021 | 18:56
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Nei guai due imprenditori che obbligavano gli extracomunitari a lavorare e a vivere in baracche e serre abusive

Ostia – I Carabinieri della Stazione di Vitinia, in collaborazione con i colleghi della Stazione Forestale di Ostia, nel corso di un servizio perlustrativo svolto all’interno della riserva statale del Litorale Romano, hanno accertato l’esistenza di un vero e proprio “campo di lavoro”.

I militari hanno infatti scoperto alcune serre destinate alla coltivazione di vegetali presso le quali sono stati individuati sei lavoratori extracomunitari. I sei, tutti irregolari sul territorio nazionale, vivevano – in precarie situazioni igieniche – all’interno di baracche costruite con materiali di risulta nei pressi delle serre ed erano impiegati, senza alcuna garanzia o tutela lavorativa ed a salari di molto inferiori a quelli previsti, dai titolari dell’impresa agricola che gestiva l’area.

Sulla stessa, oltre alla costruzione abusiva dei predetti manufatti è stata inoltre accertata la presenza di una vera e propria discarica di rifiuti urbani e materiali di risulta. I 2 imprenditori, entrambi romani di 55 e 45 anni, sono stati identificati e denunciati unitamente ad un loro collaboratore che aveva provveduto al reclutamento dei 6 operai che, privi di documenti di identificazione, sono stati successivamente accompagnati presso il locale Ufficio Immigrazione della Questura.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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