Oltre 250mila euro per la toponomastica, a Ponza esplode la polemica

8 febbraio 2021 | 17:15
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Oltre 250mila euro per la toponomastica, a Ponza esplode la polemica

I consiglieri Ambrosino, Feola, Sandolo e Vigorelli: “La Giunta vuole spillare altri soldi ai ponzesi, facendo loro pagare le mattonelle della numerazione civica”

Ponza – Sull’isola lunata è esplosa la polemica. Nel mirino dei consiglieri di opposizione Franco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Claudia Sandolo e Piero Vigorelli, questa volta, ci è finita la toponomastica, e, ancor di più, la cifra (oltre 250mila euro) che verrà spesa per effettuare i lavori e che verrà “spillata” ai ponzesi.

La vicenda della toponomastica a Ponza continua ad essere scandalosa – spiegano i consiglieri -, con un ruolo primario (negativo) della dirigente comunale Eva La Torraca, insieme a parte della giunta e al segretario comunale.”

I consiglieri: “Ponza non ha alcun bisogno di una nuova gara per la toponomastica”

Per capire bene la situazione, bisogna fare un passo indietro, fino al 31 luglio 2020, quando, con determinazione n. 92, il Comune, nella persona della dirigente La Torraca, sforna un bando di gara per la toponomastica.

Un bando di gara che, ad un certo punto, dopo le aspre critiche degli stessi consiglieri di minoranza (che comprendevano anche il licenziamento in tronco della dirigente), svanisce nel nulla.

Poi arriva il 21 gennaio 2021 e con lui arriva anche una “sorpresa” per i ponzesi: con determinazione n. 24, Eva La Torraca sforna un secondo bando di gara sul tema. “Questo secondo bando – spiegano i consiglieri – presenta piccole correzioni rispetto al primo, ma è ugualmente degno della massima riprovazione.”

Non solo. Il punto cruciale, secondo gli stessi consiglieri, è che “a Ponza non c’è alcun bisogno di fare una nuova gara per la toponomastica.”

Il censimento a spese della Regione

Un’affermazione forte, quella dei consiglieri, specialmente in tempi di Covid, mentre tutta l’Italia è alle prese con la peggior crisi economica dal secondo dopoguerra ad oggi.

Eppure, da parte loro, non vi è nessun tentennamento. Sono sicuri. In merito spiegano: “Durante l’amministrazione Vigorelli, con la società ResGea dell’Università di Chieti, era già stato fatto il censimento delle 450 strade e sentieri, nonché dei 3.308 accessi alle abitazioni delle case di Ponza.”

E non senza qualche ironia ammettono: “Il tutto senza spendere un solo euro, perché la spesa prevista di 31.537,00 euro (più Iva) era stata interamente finanziata dalla Regione Lazio.”

Certo, all’epoca, non tutto si è riuscito a fare. “Per completare il lavoro – sottolineano i consiglieri-, mancavano i nomi delle strade, nonché la realizzazione e l’istallazione delle targhe delle strade e delle mattonelle dei numeri civici.”

Il danno e la beffa

Una domanda sorge spontanea: forse l’amministrazione Ferraiuolo non era a conoscenza di questo censimento?

In realtà, l’attuale amministrazione lo sapeva. “Quanto realizzato in epoca Vigorelli – chiosano i consiglieri – era stato perfino “benedetto” dall’amministrazione Ferraiuolo, che, con delibera della giunta n. 92 del 3 luglio 2019, aveva stabilito di “approvare tutto il lavoro svolto dalla società ResGea come pienamente confacente agli obiettivi e ai dettami prefissati dall’amministrazione comunale”. Questo anche con il voto di Eva La Torraca, all’epoca vicesindaca.”

Insomma, sembrerebbe di essere di fronte a un corto circuito. Ma non è ancora finita. La parte dolente, secondo i consiglieri, deve ancora arrivare.

“Nei due bandi di gara “made La Torraca” per rifare di nuovo tutto, la spesa prevista per la toponomastica, per le targhe e per i numeri civici, è della bellezza di 256.950,00 euro (più Iva).”

I requisiti del bando

Un lavoro già fatto, che va rifatto, e pagato caro. Ma, ancora una volta, non è finita qui.  A far ulteriormente riflettere i consiglieri Ambrosino, Feola, Sandolo e Vigorelli, ci pensano i requisiti di capacità tecnica ed economica del bando.

Sono obbligatori – spiegano – alcuni certificati UNI EN ISO che nulla hanno a che vedere con la toponomastica. Sono poi obbligatori un fatturato medio annuo e un contratto “di punta”, che non sono coerenti con il valore dell’attività che il bando richiede di svolgere.

Per farla breve, sono requisiti così stringenti e così limitativi che appaiono come un abito sartoriale confezionato a regola d’arte, probabilmente per una sola ditta operante in Italia nel settore della toponomastica.”

Toponomastica costosa, i consiglieri: “A Sezze si paga di meno”

In questo “minestrone”, però, manca ancora una cosa per rendere consapevoli i ponzesi di quanto sta accadendo in Comune: la contezza di quanto accade negli altri comuni pontini.

“Vi abbiamo già detto che la nuova gara viene a costare 256.950,00 euro, più Iva. Giusto per fare un paragone con altri Comuni -sottolineano i consiglieri -, prendiamo quello di Sezze, che ha quasi 25.000 abitanti e ha alcune strade lunghe anche dieci chilometri.”

Quant’è l’importo del bando di gara di Sezze per la toponomastica, più targhe stradali e numeri civici? In tutto, 80.000 euro, soldi frutto di un finanziamento della Regione Lazio al Comune di Sezze.

“Avete notato – chiosano i consiglieri – la differenza di importi che c’è fra la piccola Ponza e la più grande Sezze? Magari qualcuno dirà che il segretario comunale di Sezze è la dottoressa Clorinda Storelli, che svolgeva questa funzione a Ponza in epoca Vigorelli, e che non ha voluto proseguire nell’incarico con l’amministrazione Ferraiuolo (ora c’è il dottor Allocca).”

“Di quei 250mila euro, una parte serviranno per dei lavori già fatti, un’altra parte sarà spesa per le targhe stradali e la numerazione dei civici, quelli esterni (cioè lungo la strada) e quelli interni (se in una casa vivono più famiglie), spendendo cifre (quelle indicate nel bando) superiori ai normali valori di mercato (come, per esempio, per la realizzazione e l’installazione dei numeri civici esterni, Ponza stabilisce un prezzo massimo di 34 euro, mentre a Sezze è di 23 euro).”

Ma la stoccata finale, per i consiglieri, si nasconde tutta in una norma, fissata nella già citata delibera della giunta, che, ai sensi dell’art. 10 della legge 1228/1954, stabilisce che “la spesa della numerazione civica dovrà essere posta a carico dei proprietari dei fabbricati”.

“La Giunta – concludono i consiglieri – vuole spillare altri soldi ai ponzesi, facendo loro pagare le mattonelle della numerazione civica.”

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