Il Fatto

Traffico di droga tra Viterbo e Ardea: smantellata organizzazione italo-albanese

9 febbraio 2021 | 10:06
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Blitz degli agenti della Polizia di Stato sul litorale. Sequestrati oltre trenta chili di stupefacenti e una pistola

Ardea – Dalle prime ore di questa mattina è in corso una vasta operazione della Polizia di Stato volta al contrasto del traffico di stupefacenti.

L’organizzazione, composta per lo più da albanesi ed italiani, operava nella zona sud della provincia di Roma ed in particolare nei comuni del litorale, nelle zone di Ardea e Pomezia. L’indagine, complessa e laboriosa, ha interessato il periodo compreso tra maggio 2018 ed il mese di giugno 2019 ed ha consentito di raccogliere chiari elementi probatori a carico del gruppo criminale.

Le indagini condotte dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile traggono la loro origine dall’arresto di un cittadino italiano incensurato, di anni 37, per detenzione ai fini di spaccio di oltre 9 chili lordi di marijuana, suddivisa in 9 confezioni del peso di un chilo cadauno, trasportati a bordo dell’autoveicolo condotto e di proprietà dell’uomo. Considerata la non esigua quantità sequestrata, confrontata con la personalità dell’arrestato, è apparso fin da subito chiaro che il predetto stesse effettuando il trasporto di droga per conto di terze persone.

I successivi approfondimenti investigativi consentivano di individuare un gruppo composto da soggetti di nazionalità italiana ed albanese, dedita al traffico di sostanze stupefacenti con base ad Ardea. A capo del gruppo criminale vi era un albanese, meglio conosciuto con il nome di “Lele”, soggetto di notevole caratura delinquenziale il quale ad ogni trattativa di droga si recava armato di pistole con colpo in canna non esimendo, pertanto, il ricorso alle stesse in caso di necessità e mostrandola agli altri indagati al fine di suscitare terrore e timore negli stessi.

In particolare “Lele” si serviva di altri due uomini, anch’essi albanesi, i quali si occupavano di tutta la fase logistica delle trattive, in particolare fornire i mezzi per il trasporto della sostanza, fare da tramite con i fornitori ed individuare i luoghi di custodia degli stupefacenti. Tra i vari luoghi di custodia era stata individuata un’azienda agricola in zona Laurentina i cui titolari si erano resi disponibili a fare da “rette” per gli albanesi.

L’indagine ha consentito anche di individuare il soggetto dal quale lo stesso Lele si riforniva, noto come Ermal, il quale era orbitante nella zona di Viterbo e poteva assicurare notevoli disponibilità di qualsiasi tipo di stupefacente, l’unico soggetto che lo stesso Lele temeva e che era in grado di intimorirlo come si evince dalle parole riferite dallo stesso Lele: “Io stavo per spararmi con quello di Viterbo per questo mi sono raffreddato”.

In particolare sono state poste in esecuzione le seguenti misure: due ordinanze di custodie cautelari in carcere nei confronti di un 38enne di un 37enne, entrambi cittadini albanesi e già detenuti per analoghi reati, due ordinanze di custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico di due cittadini italiani, il predetto 37enne e un 61enne, nonché di sette ordinanze di misura cautelare consistente nell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, anche queste a carico di cittadini italiani, un 59enne ed il fratello di 67 anni e un giovane di 29 anni, nonché di alcuni cittadini tra i 25 e i 34 anni.

Complessivamente, l’attività d’indagine ha permesso di sequestrare una pistola semiautomatica, compendio di furto, 30 chili di marijuana, oltre mezzo chilo di eroina, 37 grammi di hashish, nonché materiale per il peso ed il confezionamento delle singole dosi.

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