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Governo Draghi, il popolo del M5S ha deciso: su Rousseau vince il “sì”

Ben 44.177 voti a favore del sostegno M5S all'esecutivo, oltre il 59 per cento dei votanti

Roma – Sì del Movimento 5 Stelle al governo di Mario Draghi. Con 44.177 voti, il sì ha prevalso nella votazione su Rousseau per decidere se il M5S debba sostenere l’esecutivo che il premier incaricato sta formando. Il via libera è arrivato dal 59,3% dei votanti. Hanno scelto il ‘no’ in 30.360 (40,7%). In totale “hanno espresso la propria preferenza 74.537 iscritti su una base di 119.544 iscritti aventi diritto di voto”, si legge sul blog delle Stelle.

Su Rousseau “in 8 ore sono stati espressi 9.317 voti” l’ora, ha detto Valerio Tacchini, notaio dell’associazione Rousseau dopo il voto. Tacchini ha fatto poi un raffronto con il voto espresso per il Conte 1 spiegando che “su dieci ore di votazione nel 2018 l’affluenza era stata di 4480 votanti all’ora” mentre per il Conte 2 l’affluenza si era attestata a 8.848 voti l’ora in 9 ore.

Di Maio: “Maturità da nostri iscritti”

“La responsabilità è il prezzo della grandezza”. Inizia così il post con il quale su Facebook Luigi Di Maio commenta l’esito della votazione sulla piattaforma Rousseau. “Oggi i nostri iscritti hanno dimostrato ancora una volta grande maturità, lealtà verso le istituzioni e senso di appartenenza al Paese”.

“In uno dei momenti più drammatici della nostra storia recente, il MoVimento 5 Stelle sceglie la strada del coraggio e della partecipazione, ma soprattutto sceglie la via europea, sceglie un insieme di valori e diritti di cui tutti noi beneficiamo ogni giorno e dietro ai quali, purtroppo non di rado, si nascondono egoismi e personalismi”, scrive Di Maio.

“La fedeltà alla Nazione, oggi, si è mostrata più forte della propaganda. Questo è il M5S – prosegue – questo è il Movimento che riconosco e in cui ho scelto di spendere tutto me stesso”.

Casaleggio: “Esempio di cittadinanza digitale”

“Sono molto contento che anche questa volta siamo riusciti a fare sintesi della volontà del m5s con la piattaforma Rousseau, a fare esprimere migliaia di persone sulla volontà di far partire questo governo. E qualcosa che succede solo con il M5s in Italia. In altri partiti lo decidono 4 o 5 persone. Quindi sicuramente è qualcosa di molto rappresentativo e molto collegiale”. Lo dice Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau, dopo il voto per il governo Draghi sulla piattaforma.

“Succede anche in altri Paesi, come in Germania – ha sottolineato – ma al posto della lettera inviata sul cartaceo all’estero noi lo facciamo in digitale. E un unicum mondiale che siamo riusciti a sperimentare. E un esempio di cittadinanza digitale”. Casaleggio ha infine parlato del voto come di “un esercizio di democrazia”.

Crimi: “Pronti a metterci al lavoro”

“Questo è il massimo risultato che si può raggiungere quando una forza politica dà la parola ai propri iscritti”, dice ai cronisti il capo politico M5S Vito Crimi commentando l’esito del voto su Rousseau. “Dando la parola agli iscritti noi oggi abbiamo ottenuto un mandato. Adesso viene il lavoro più difficile che è quello di rispettare questo mandato”, aggiunge. “Il lavoro più difficile adesso è la composizione del governo. Siamo pronti a metterci al lavoro e a disposizione del presidente incaricato per i prossimi passaggi”.

Fico: “Un’assunzione di responsabilità”

“Con il voto sulla piattaforma Rousseau il Movimento 5 stelle ha deciso di sostenere la nascita di un governo guidato da Mario Draghi. Questa scelta è un’assunzione di responsabilità e segna l’apertura di una nuova fase in questa legislatura”. Lo scrive Roberto Fico in una lettera aperta. “Non possiamo permetterci salti nel buio. Siamo in un contesto profondamente cambiato rispetto al momento in cui il Movimento ha mosso i suoi primi passi. E proprio il Movimento 5 Stelle, forza di maggioranza relativa in Parlamento, riveste un ruolo cruciale, nell’ambito dell’asse stabile e leale costruito nei mesi precedenti con Pd e Leu”.

“Il governo che è sul punto di nascere non potrà mai essere quello dell’austerity. Se mai, il suo opposto. È il governo che deve enucleare in modo dettagliato i progetti dell’Italia che verrà, ed essere in grado di assicurarne la programmazione e la spesa. E dovrà porre in essere quelle riforme strutturali che potranno ridisegnare il Paese in senso economicamente e socialmente sostenibile, migliorando la qualità della vita dei cittadini”.

“È quindi un governo che, al di là delle singole personalità “tecniche” che lo dovessero costituire, non potrà mai dirsi “tecnico”. Non può esserci progettualità senza la politica, senza il Parlamento -sottolinea ancora il presidente della Camera-. La linfa viene dalla politica, e ben venga che la programmazione e la spesa dei fondi, assieme alle riforme, siano realizzati con le migliori competenze del nostro Paese. Le competenze al servizio delle idee: non è forse questo un elemento che appartiene al Dna del Movimento?”. (fonte Adnkronos)