Gioco d’azzardo nel sud Pontino, numeri da capogiro

13 febbraio 2021 | 11:00
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Gioco d’azzardo nel sud Pontino, numeri da capogiro

Il bilancio del 2019: Formia è la città con la giocata pro capite più alta con 1.959 euro

La Caritas diocesana di Gaeta mantiene vivo l’impegno nel contrasto all’azzardo attraverso il Tavolo tecnico di lavoro, grazie alla collaborazione con la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, Libera Presidio Sud Pontino, Adra, Croce Rossa Italiana Comitato Sud Pontino, che ha raccolto e sistematizzato i dati relativi al Lazio sud per l’anno 2019.

Le cifre in termini assoluti sono davvero impressionanti: nell’anno 2019 nella diocesi di Gaeta sono stati spesi in azzardo ben 247 milioni 534mila e 369 euro, il 57.8 per cento dei quali nei soli comuni di Formia e Fondi.
Il quadro complessivo è allarmante e rimarca la gravità del fenomeno nella diocesi di Gaeta con cifre che confermano come l’azzardo possa essere definito “l’eroina del terzo millennio”, con conseguenze devastanti sul piano psicologico, economico e sociale. Tra l’altro, il disturbo da gioco d’azzardo è inserito nella categoria delle dipendenze del Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali.

Dai dati esaminati, emerge che la media della giocata pro capite nei 17 Comuni della diocesi è stata nel 2019 di 1.510 euro con un’incidenza sul reddito del 9,3 per cento. Come nell’anno precedente, Formia si conferma la città con la giocata pro capite più alta con 1.959 euro: seguono Santi Cosma e Damiano (1.937 euro), Fondi (1.790 euro) e Minturno (1.710 euro).

Uno dei dati più significativi è l’aumento delle cifre spese in azzardo nei piccoli Comuni: in testa Ventotene e Ponza, per le quali si è registrato un incremento delle giocate rispettivamente del 43 per cento e del 32 per cento.

Da notare due elementi che fanno emergere la drammaticità del fenomeno. Anzitutto, la giocata media pro capite nel Lazio sud è superiore del 22 per cento rispetto al dato nazionale. Inoltre, il dato è relativo alle sole giocate “fisiche” (slot machine, ricevitorie, gratta e vinci, ecc.) e non sono annoverati i dati del gioco online che, a livello nazionale, incide per una percentuale vicina al 33 per cento sulle giocate totali: per cui la stima complessiva del territorio diocesano sarebbe decisamente più alta.

La Caritas ha realizzato negli anni numerose iniziative quali convegni, Tende del Buon Gioco nelle piazze, incontri di sensibilizzazione nelle scuole con esperti e psicologi, networking con le amministrazioni, apertura di un centro specifico di ascolto e di orientamento. In attesa di un riordino della normativa sul gioco d’azzardo, il Tavolo di lavoro della Caritas chiede ai vari sindaci che si agisca a livello di Distretto Socio-Sanitario emanando regolamenti comuni in ogni città con l’obiettivo di incoraggiare gli esercenti a disfarsi delle slot machine, inserendo norme più restrittive per l’ubicazione delle sale gioco o delle macchinette mangiasoldi nei locali commerciali.

Non si può più rimanere indifferenti di fronte a questa piaga sociale che vede anno dopo anno intere famiglie sgretolare il proprio tessuto affettivo e relazionale per gli effetti economici derivati da una dipendenza subdola e distruttiva come quella dall’azzardo. È il tempo della prevenzione, ma anche di interventi che sul piano politico possono incidere profondamente sulle abitudini dei cittadini. È il tempo della costruzione di una società post-Covid che si fondi sul benessere delle persone che la costituiscono perché è questo che rende una società veramente civile.

(Il Faro online)