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“No” agli allevamenti di visoni, crudeli e pericolosi per la trasmissione del Covid

13 febbraio 2021 | 14:15
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Oggi, sabato 13 febbraio 2021, manifestazione di Lav ed Esseri Animali, davanti al Ministro della Salute, per chiedere lo stop degli allevamenti di visoni

Roma – Una manifestazione per dire No agli allevamenti di animali da pelliccia, in particolare visoni. E non solo per una questione etica, ma anche di salute: “Allevare visoni per farne pellicce – spiegano Lav e associazione Esseri Animali – è crudele e pericoloso per la salute pubblica, a causa del rischio di diffusione del coronavirus, anche mutato, dagli animali all’uomo”.

Una posizione ribadita con forza oggi, sabato 13 febbraio 2021, durante la manifestazione organizzata davanti la sede del Ministero della Salute, per chiedere l’introduzione di un divieto di allevamento di visoni e di animali utilizzati per la produzione di pellicce.

D’altronde lo spettro dei focolai di coronavirus rilevati negli allevamenti di tutto il mondo, ha toccato anche l’Italia, nel cremonese e nel padovano.

Per LAV ed Essere Animali, quella degli allevamenti di visoni è “un’attività non indispensabile, già vietata in altri Paesi (anche in epoca pre-Covid) e che ora, anche per i rischi sanitari non ha più ragione di esistere. Unica soluzione è vietare gli allevamenti di visoni e di ogni altro animale per la produzione di pellicce”.

Le organizzazioni chiedono al Ministro della Salute Roberto Speranza di modificare la temporanea sospensione fino al 28 febbraio dell’attività di allevamento dei visoni, disposta con l’Ordinanza del 21 novembre 2020, in un definitivo divieto di allevamento. La sospensione ha permesso agli allevatori di giungere a fine ciclo produttivo e abbattere gli animali per ricavarne le pellicce, e di mantenere i riproduttori, almeno 7000 visoni, tuttora rinchiusi negli ultimi sei allevamenti rimasti attivi in Italia.

Ad oggi, solo tra Europa e Nord America,si contano oltre 400 focolai di coronavirus SARS-CoV2 in allevamenti di visoni. Studi condotti da Autorità sanitarie Olandesi e Danesi, nonché studi indipendenti così come le Valutazioni del Rischio e relative Raccomandazioni rilasciate da organismi quali OMS, OIE, ed anche ECDC, hanno confermato che l’unica catena di trasmissione del coronavirus SARS-CoV-2 documentata è uomo-visone-uomo e inoltre hanno rilevato almeno 7 varianti provenienti dai visoni, sequenziate in oltre 1.000 persone in 12 paesi (di cui 7 Stati membri), particolarmente preoccupanti per le mutazioni nella proteina Spike, in quanto potrebbero minacciare l’efficacia dei vaccini.

“Di fronte a questi preoccupanti rischi e al continuo propagarsi delle infezioni negli allevamenti – affermano LAV e Essere Animali in un comunicato – le misure intraprese in Italia sinora sono state troppo blande. Ogni singolo allevamento di visoni è infatti come una bomba a orologeria, le agghiaccianti condizioni in cui sono costretti a vivere i visoni, una specie particolarmente suscettibile al coronavirus, favoriscono la possibilità di formazione di serbatoi del virus.

Di conseguenza – conclude la nota congiunta – , dare la possibilità agli allevatori italiani, alcuni di loro già filmati mentre violano le minime norme di biosicurezza, di mantenere gli animali riproduttori o, ancora peggio, di procedere agli accoppiamenti con la conseguente nascita di circa 60.000 visoni, sarebbe una decisione scellerata. Nell’interesse della salute pubblica e degli animali, gli allevamenti di visoni devono essere vietati”.