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Strage di Fiumicino del 1985: è morto Ibrahim Khaled, l’ultimo membro del commando killer

La strage fu cruenta: persero la vita 13 persone e più di 80 rimasero ferite

Fiumicino – E’ morto Ibrahim Khaled, il terrorista palestinese che nel 1985 seminò il terrore nell’aeroporto Leonardo Da Vinci.

Erano le 9 di mattina del 27 dicembre quando un gruppo di terroristi arabi entrò in aeroporto e aprì il fuoco con i mitra sui passeggeri in coda per il check-in dei bagagli, presso i banchi della compagnia aerea israeliana El Al e dell’americana TWA, spararono a raffica e tirarono bombe a mano sulle persone in fila. Tra le vittime italiani, statunitensi, messicani, greci e un algerino. La strage fu cruenta: persero la vita 13 persone e più di 80 rimasero ferite.

I terroristi che parteciparono furono quattro. Tre furono uccisi dalle guardie della sicurezza aeroportuale nel corso dell’attentato, mentre il capo del commando, Ibrahim Khaled, fu catturato vivo dalla Polizia e condannato a 30 anni di reclusione.

All’epoca dei fatti Khaled non aveva neanche 18 anni ed era già un componente della cellula estremista di Abu Nidal, contrario alla pace in Medio Oriente. Chiuso nel carcere di Rebibbia, Ibrahim Khaled si dichiara pentito delle sue azioni e inizia a studiare, fino ad ottenere una laurea in scienze politiche con una tesi sui diritti umani. Dopo 25 anni di reclusione da “detenuto modello”, Khaled esce all’età di 43 anni e trova un impiego nella pulizia dei parchi.

Martedì 16 febbraio 2021, mentre usciva per andare a lavoro è stato colto da un improvviso malore. Si è spento così Ibrahim Khaled: a più di 35 anni dalla strage di Fiumicino se ne va portando con sé un ricordo indelebile e buio della storia d’Italia.

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