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Docenti Covid, Anief: “Prolungare il contratto fino al 30 giugno”

Marcello Pacifico: "Se le richieste della politica non dovessero avere seguito, noi comunque non ci rassegneremo"

Scuola – Protrarre il contratto dei 60-70 mila docenti e Ata cosiddetti Covid fino al prossimo 30 giugno: lo chiede Anief da mesi, attraverso tutti i possibili canali legislativi e giudiziari; lo chiede ora anche la politica. Con un ordine del giorno rivolto al Governo l’on. Virginia Villani (del M5S) ritiene che “al fine di assicurare in tutti gli ordini di scuola la funzionalità di ogni singolo istituto nell’ambito dell’autonomia, il termine dei contratti sottoscritti ai sensi dell’articolo 231-bis, comma 1, del decreto- legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, deve essere prorogato al 30 giugno 2021”. Una decisione che sarebbe “fondamentale per agevolare il Governo al fine di far fronte all’emergenza pandemica, stabilendo una quota aggiuntiva di docenti e Personale ATA per le scuole”. La richiesta al Governo è di “valutare l’opportunità di trasformare i suddetti contratti in “supplenza fino al termine delle attività didattiche” con le conseguenti modifiche relative alle assenze per malattia al fine di garantire continuità e certezza in tutte le scuole italiane”.

“Plauso all’iniziativa dell’on. Virginia Villani – dichiara Anief –  il sindacato è stato sostenitore dello stesso emendamento all’interno del decreto Milleproroghe, nel quale si chiedeva, al comma 5, ‘al fine di assicurare in tutti gli ordini di scuola la funzionalità di ogni singolo istituto nell’ambito dell’autonomia’, di mettere mano al ‘termine dei contratti sottoscritti ai sensi dell’articolo 231-bis, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77’ prorogandoli al 30 giugno 2021”.

“Non è possibile che i precari siano ancora una volta considerati lavoratori di serie B – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -. Questi insegnanti e dipendenti Ata hanno avuto già un pessimo trattamento per i problemi di pagamento dello stipendio e nelle loro buste paga non sono contemplate le ‘voci’ della retribuzione professionale docenti e del compenso individuale accessorio degli Ata, come già avviene ingiustamente con i supplenti temporanei. Ora, non si comprende perché la loro presenza a scuola debba concludersi con il termine delle lezioni: se le richieste della politica non dovessero avere seguito, noi comunque non ci rassegneremo”.

L’istanza dell’on. Virginia Villani è stata collocata all’interno dell’esame del Disegno di legge recante “Conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2020, n. 183, recante disposizioni urgenti in materia di termini legislativi, di realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea” (2845)”.

La parlamentare pentastellata spiega che “il disegno di legge AC. 2845 prevede una serie di norme che stabiliscono la proroga di termini legislativi nonché la realizzazione di collegamenti digitali, di esecuzione della decisione (UE, EURATOM) 2020/2053 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, nonché norme in materia di recesso del Regno Unito dall’Unione europea” e che “di fatto in vista della piena funzionalità degli istituti scolastici appare irragionevole che i circa 60-70 mila docenti che costituiscono l’organico Covid-19 siano nominati come supplenti brevi”.

Nell’Ordine del giorno si ricorda “si tratta, in media, di un insegnante in più per ognuno dei 42 mila plessi scolastici che si metterà a disposizione dei dirigenti scolastici per permettere loro di dare seguito a tutte le disposizioni previste da ogni singolo istituto nell’ambito della sua autonomia”. La “proroga al 30 giungo 2021, dei contratti di questi supplenti consentirà di assicurare in tutti gli ordini di scuola la funzionalità di ogni singolo istituto nell’ambito dell’autonomia”.

“Continuiamo a non comprendere – conclude Anief – per quale motivo i docenti e il personale amministrativo che operano su posti liberi, anche aggiuntivi, debbano concludere l’attività professionale prima del tempo: i loro contratti devono essere necessariamente considerati su cattedre e posti vacanti e disponibili, quindi non si comprende il motivo della risoluzione anticipata del contratto di lavoro”.
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