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La protesta dei ristoratori di Fiumicino: “Meglio il Covid che morire di fame”

"Se dopo oltre un anno non ci sono ancora le idee chiare, lasciassero a noi la responsabilità di tutelare la salute dei nostri clienti"

Fiumicino – “Se si chiude il Lazio fino a dopo Pasqua che sia l’ultima volta e definitiva. Si utilizzi questo tempo per vaccinare tutta la popolazione, stanziare ‘ristori’ adeguati e portare l’Italia finalmente fuori da questa pandemia”. Inizia così una nota diffusa da Massimiliano Mazzuca, presidente dell’associazione Lungomare della Salute che racchiude la maggior parte dei ristoranti, attività commerciali e stabilimenti balneari del lungomare di Fiumicino.

“Se ne sono capaci bene, altrimenti meglio morire di Covid che di fame – sottolinea Mazzuca -. Una provocazione certo, ma nemmeno troppo. Questo balletto di ‘aperture-chiusure’ è uno stillicidio per tutti: dipendenti, fornitori e per un intero settore, indotto compreso, importantissimo che rappresenta una percentuale enorme del Pil italiano. Chiediamo quindi che la Regione Lazio, attraverso il Governo, stili una road map di come intenda uscire dalla crisi da qui fino alla fine di Pasqua, dei ristori messi in campo e del piano vaccinale”.

“Se si chiude – ribadisce -, che si arrivi a una soluzione. Altrimenti, se dopo oltre un anno non ci sono ancora le idee chiare, lasciassero a noi la responsabilità di tutelare la salute dei nostri clienti. A un anno dalla pandemia siamo nuovamente al lock-down che seppur mascherato è pur sempre un lockdown. Evidentemente qualcosa non sta funzionando”.
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