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Pomezia, lancia la droga dalla finestra di casa alla vista dei Carabinieri: arrestato 17enne

12 marzo 2021 | 15:47
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Pomezia, lancia la droga dalla finestra di casa alla vista dei Carabinieri: arrestato 17enne

Il 17enne non è riuscito a liberarsi di altre quattro dosi di hashish, che sono state sequestrate insieme a 300 euro in contanti

Pomezia – Sono scattate le manette per un pusher minorenne: tradito dal viavai in casa, i Carabinieri hanno deciso di effettuare una perquisizione e per non farsi scoprire il 17enne ha tentato di disfarsi della droga lanciandola dalla finestra.

In particolare, nel corso di uno dei quotidiani servizi di controllo del territorio per la prevenzione dei reati nel centro abitato di Pomezia, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Pomezia, avendo notato in orario serale un intenso via vai di persone che entravano e uscivano da un palazzo di via Catullo, nota “piazza di spaccio”, decidevano di procedere a più approfonditi controlli.

Individuato l’appartamento da cui usciva una persona in possesso di stupefacente acquistato per uso personale, i Carabinieri hanno deciso di accedervi per effettuare una perquisizione: al momento dell’accesso, dunque, il minore in quel momento presente all’interno dell’abitazione lanciava dalla finestra un sacchetto, subito raccolto da altri militari rimasti sulla via sottostante, all’interno del quale vi erano otto grammi di cocaina suddivisi in diciassette dosi, insieme ad altri diciannove involucri contenenti quasi tre grammi di crack.

Il giovane malvivente, tuttavia, non era riuscito a liberarsi di altre quattro dosi di hashish che sono state sequestrate insieme a 300 euro in contanti, bilancini di precisione e materiale per il confezionamento.

Dopo l’arresto per i reati di spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, il giovane pusher è stato affidato ad un centro di prima accoglienza per minori, come disposto dall’Autorità Giudiziaria competente.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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