La dichiarazione

Scuole, Marzetti: “Sui giovani non navigare a vista, ma pensare a programmi alternativi”

13 marzo 2021 | 08:00
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Scuole, Marzetti: “Sui giovani non navigare a vista, ma pensare a programmi alternativi”

Il Garante per l’infanzia del Lazio: “Non sapere ancora se i minori il lunedì andranno a scuola, non è accettabile”

Infanzia e Adolescenza – “Capisco perfettamente l’emergenza e che ogni scelta è difficile da applicare, e che purtroppo alla luce dei dati è difficilmente non ipotizzabile la chiusura delle scuole, ma tutto ciò non può giustificare che a un anno dall’inizio della pandemia ancora non siamo in grado di programmare a una settimana quello che succede: vuol dire che non c’è minimamente il controllo della situazione. Al di là delle vaccinazioni bisogna programmare per i prossimi mesi e per l’estate: sui giovani non si navighi a vista”. Lo dice all’agenzia Askanews Jacopo Marzetti, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Lazio.

“Che stiamo vivendo un periodo molto complesso, ancora di più per le varianti, è indubbio – ribadisce Marzetti – ma non è giustificato che ancora oggi si lavori solo in totale emergenza, senza un piano alternativo. Mi aspetto che gli studi siano in grado di dare una panoramica di quello che succede a 2-3 giorni di distanza. A poche settimane dalla riapertura delle scuole, con un buon inizio e la messa in campo di azioni come il miglioramento dei trasporti, le sanificazioni dei locali, i tamponi a campione, si è rimasti totalmente inermi davanti allo sviluppo delle varianti.

“In particolare per il Lazio, nonostante l’emergenza, passare dal giallo a un possibile rosso evidenzia che non c’è un vero e proprio controllo di come la situazione stia andando e questo potrebbe portare a dei danni purtroppo irreparabili per i nostri minori. Non sapere ancora, anche per l’organizzazione familiare, se i minori il lunedì andranno a scuola, non è accettabile, vuol dire che non c’è stata una programmazione”.

Per il Garante “il modello classico di scuola temo che fino a quando ci sarà il Covid difficilmente potrà funzionare. Avere 20-30 studenti in una classe al chiuso ora è difficilmente ipotizzabile: bisogna investire su programmi alternativi, utilizzando anche gli spazi all’aperto, che vedano sia formazione che attività sportive. Si rischiano conseguenze psicologiche anche molto pesanti per i ragazzi”.

“Credo infine – conclude Marzetti -.che prima di emettere i provvedimenti sia necessario chiedere un parere dell’organo di garanzia, a livello nazionale dal Garante nazionale e a livello locale dai Garanti regionali per quanto di competenza, che vada ad incidere sulla tutela della salute dei minori, anche psicologica, e sul diritto allo studio”.
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