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“Covid e dintorni”, il libro di Mamone e Castellotti sull’emergenza che ha sconvolto l’Italia

16 marzo 2021 | 14:00
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“Covid e dintorni”, il libro di Mamone e Castellotti sull’emergenza che ha sconvolto l’Italia

Il Covid non solo come racconto di un periodo di “sospensione”, ma anche come occasione per riflettere sugli errori del passato, e sulle dinamiche del futuro

Lo scaffale dei libri – Il sipario si apre a Roma a fine gennaio 2020, con i due simbiotici cinesi, pazienti prima dello “Spallanzani” e poi del “San Filippo Neri”. L’emergenza Covid nel nostro Paese inizia lì, con numerosi interrogativi e tanta approssimazione. Ma secondo uno studio condotto dall’Istituto nazionale dei tumori di Milano, le lancette del virus andrebbero spostate indietro, addirittura alla fine dell’estate 2019, con contagiati non solo nel Nord Italia, ma anche nel Lazio.

Il libro “Covid e dintorni”, scritto dall’imprenditore Domenico Mamone con il giornalista romano Giampiero Castellotti, ripercorre in oltre duecento pagine sia la ricca cronaca di un anno di Covid sia l’analisi dei molteplici errori che hanno investito l’amaro “modello italiano”, dal protagonismo dei territori ai ritardi su scuola e trasporti, dalle “profezie” dei troppi scienziati ai numeri che non tornano. Fino all’arrivo dei primi vaccini e all’afflizione delle varianti. Il Covid non solo come racconto di un periodo di “sospensione”, con un’ecatombe di vittime, ma anche come occasione per riflettere sugli errori del passato e sulle dinamiche del futuro.

Ecco allora, per chi le avesse dimenticate, le chilometriche file per fare i tamponi. O i portali della Regione Lazio in tilt anche per la prenotazione dei vaccini da parte degli over 80. O la discutibile sentenza n. 11991/2020 del Tribunale amministrativo del Lazio che ha esonerato i medici di famiglia dal visitare i pazienti Covid a domicilio.

Un intero capitolo, denominato “Scuolavirus”, è dedicato all’istruzione. Oltre ad elencare gli enormi disservizi generati dalla scarsa preparazione di un anno scolastico prevedibilmente complicato, ricordando ad esempio gli esosi banchetti singoli che hanno scalzato a Roma “quantità di materiali scolastici accatastati dentro container parcheggiati nel Centro Carni in via Palmiro Togliatti” (“Non sarebbe stato meglio investire in nuove tecnologie? – si domandano gli autori), Mamone e Castellotti riportano le numerose ricerche sul rapporto tra scuole in presenza e contagi. Come quella dello stimato statistico Livio Fenga dell’Istat, realizzata a titolo personale, che ha quantizzato in circa 225.815 le infezioni scolastiche fino alla chiusura di novembre, con il Lazio terzo a quota 23.507. La rivista Wired, attraverso un indicatore, ha collocato la nostra regione al quarto posto per incidenza con 105,2 casi ogni 10mila studenti e docenti rispetto ai 56,3 generali. Il libro ricorda anche il lavoro di Antonella Viola ed Enrico Bucci, che analizzando dati di metà ottobre 2020 nel Lazio, hanno evidenziato una leggera prevalenza dei positivi nella scuola rispetto al resto della società (23,5 ogni centomila residenti contro 19).

Un altro capitolo è dedicato ai numeri, che spesso non tornano, e ai tanti protagonisti della virologia in tv, tra cui i romani Ilaria Capua e Andrea Crisanti.

Tanti gli spunti originali. Accennando alle conferenze stampa quotidiane del primo periodo dell’emergenza, Mamone e Castellotti ricordano quando Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione presso il ministero della Salute, confessando la sua fede romanista, si dichiarò contrario alla ripresa del campionato di calcio che vedeva la Lazio ad un solo punto dalla vetta. Scatenando la reazione dei biancocelesti.

Bizzarra anche la rilevante quantità di rapporti intessuti da tempo tra organismi istituzionali italiani, in cerca di opportunità economiche e culturali, e la regione cinese dell’Hubei, dove il virus sarebbe presumibilmente partito. Negli ultimi anni folte delegazioni dell’Hubei sono state ospiti della Presidenza del Consiglio dei ministri, della Scuola nazionale dell’amministrazione, dei vertici dell’agricoltura della Regione Lazio, della Città metropolitana (con visita gli scavi archeologici di Palazzo Valentini), della Uil, dei comuni dei Castelli romani, delle città di Anzio e di Cassino.

La Capitale ha omaggiato gli asiatici con la mostra sul patrimonio culturale immateriale dell’Hubei presso la Biblioteca nazionale centrale. “In programma le elaborate lavorazioni del tè, il teatro delle ombre cinesi, l’arte dell’intaglio della carta, la festa delle barche drago, l’opera del poeta patriottico Qu Yuan – si legge nel libro, dove gli autori si domandano cosa abbia prodotto tutto questo andirivieni, dal momento che non sono mancate trasferte di nostri amministratori in Cina.
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