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Latina, corruzione, truffa e spaccio… di farmaci: due arresti

Sono quattro gli indagati: un dirigente medico, un tossicodipendente, una farmacista e una paziente oncologica

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Latina – “Ricetta Express” è l’operazione dei carabinieri del Nas di Latina che stamattina hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cassino nei confronti di due persone del sud Pontino. Emesso anche un provvedimento di interdizione della professione per un anno nei confronti di una farmacista e un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, per oltre 470mila euro, corrispondente alle somme indebitamente rimborsate dall’Asl di Latina.

carabinieri nas

Sono quattro le persone ritenute coinvolte nell’indagine: un dirigente medico del pronto soccorso di un ospedale del sud Pontino, un tossicodipendente, una farmacista e una paziente oncologica.

I reati contestati vanno dal peculato alla corruzione, alla truffa ai danni del sistema sanitario, detenzione e spaccio di farmaci con effetto stupefacente, false certificazioni mediche.

L’indagine dei carabinieri del Nucleo antisofisticazione del capoluogo pontino, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Beatrice Siravo sarebbero scaturiti dalla prescrizione eccessiva di farmaci con azione stupefacente a una sola paziente. Singolarità rilevata e denunciata dall’Asl di Latina che ha dato il via all’attività investigativa.

E’ stato poi accertato, in corso di indagini, che il medico dirigente in concorso con il farmacista prescriveva indebitamente alla malata oncologica un eccessivo quantitativo di uno spray nasale analgesico – oltre mille e 600 confezioni -, in aggiunta alla terapia già prescrittale dal medico di famiglia, indicendo così in errore l’Asl pontina che corrispondeva alla farmacia stessa e ad altre farmacie 470mila euro nel periodo compreso tra il 2016 e il 2019.

Sempre nel corso delle attività investigative i carabinieri del Nas hanno appurato che il medico cedeva illecitamente al 37enne tossicodipendente dietro compenso in denaro oltre mille flaconi di morfina redigendo allo scopo false prescrizioni medici del servizio sanitario, approvvigionandosene sia in farmacie sia appropriandosene indebitamente al pronto soccorso dove prestava servizio.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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