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5G: come cambierà la nostra vita. Intervista al prof. Andrea Grieco

20 marzo 2021 | 10:00
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5G: come cambierà la nostra vita. Intervista al prof. Andrea Grieco

“Il Faro online” continua con gli approfondimenti sul Wireless di quinta generazione, con l’intervista al Prof. Andrea Grieco socio fondatore dell’Osservatorio Astronomico “G. Barletta” di Cernusco sul Naviglio

Il tema del 5G continua ad essere controverso e l’attenzione verso questa tecnologia, ormai in piena fase di lancio, è sempre maggiore. Conosciamo davvero le implicazioni dell’Internet delle Cose e dell’iperconnessione permanente? Ci siamo interrogati su come cambierà la nostra vita, ben al di là dell’acquisto di un nuovo telefono cellulare? Dopo lo speciale sulle disabilità legate all’esposizione ai campi elettromagnetici e all’inquinamento ambientale andato in onda il 2 dicembre scorso, il quotidiano online “Il Faro” continua con gli approfondimenti sul Wireless di quinta generazione, con l’intervista al Prof. Andrea Grieco.

L’introduzione del 5G ha generato in tutto il mondo, da parte di medici, ricercatori e gente comune, una serie di proteste e di appelli per una moratoria a causa dei rischi connessi. Dall’altro lato, le compagnie telefoniche, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità negano che siano stati rilevati effetti nocivi sulle persone. Come si spiegano queste posizioni così diverse?

“Di fatto non si conciliano. Il 5G introduce nuove bande di frequenza rispetto alle generazioni precedenti e, da più parti, si chiede uno studio approfondito sulla loro sicurezza. Dal punto di vista fisico, la diatriba riguarda soprattutto il riconoscimento di effetti dannosi anche al di sotto della cosiddetta soglia termica. Quando un’onda radio attraversa la materia, sia essa organica o no, vi deposita parte della sua energia, producendo un riscaldamento. I limiti di legge, attualmente in vigore nelle diverse nazioni, sono tarati esclusivamente su questo effetto. Esistono però centinaia di studi, pubblicati su riviste accademiche, che evidenziano l’insorgenza di danni ben al di sotto della soglia termica, spesso dipendenti dalla frequenza. Per la verità anche sul 3G e sul 4G vi sono molti studi in proposito e, in generale, il problema dell’inquinamento elettromagnetico è molto più vasto”.

Tornando al 5G, si parla di costellazioni di satelliti che avvolgeranno la Terra per irradiare il segnale. Sono fantasie complottiste?

“No, non sono fantasie. Gli Stati Uniti prevedono almeno 20.000 satelliti in orbita bassa, intorno ai 550 km di altezza, per diffondere capillarmente il segnale 5G in ogni parte del mondo, lo stesso potrebbero fare Cina e Russia. Per la realizzazione dell’Internet delle Cose, la connessione cioè degli oggetti più disparati alla rete, è necessaria una copertura globale del pianeta. Starlink, la società di Elon Musk, ha già posto in orbita diverse centinaia di satelliti, scatenando, tra l’altro, le proteste di molti astronomi. I satelliti, infatti, riflettendo la luce solare, interferiscono con le riprese fatte dai telescopi, rovinando immagini che sono costate ore di lavoro. Il timore è che, una volta dispiegata l’intera flotta, l’astronomia da terra diventerà semplicemente impossibile. In ogni caso, i satelliti non sostituiranno completamente le antenne posizionate al suolo, che rimarranno come elemento indispensabile. Si parla, nelle aree urbane, di centinaia di antenne per chilometro quadrato per arrivare fino a un milione di dispositivi connessi. Secondo alcune stime, entro il 2025, si dovrebbe arrivare a 100 miliardi di oggetti che dialogano tra loro in tutto il mondo”.

A parte i telescopi, ci sono altre tecnologie a rischio con l’arrivo del 5G?

“Per restare nello spazio, i satelliti meteorologici in orbita polare utilizzano frequenze molto prossime a quelle del 5G, in particolare intorno ai 26 GHz. Questo comporta il rischio di interferenze nei dati rilevati, con conseguente aumento dell’incertezza nelle previsioni meteo. Ancora una volta il problema non è frutto della mente di qualche terrapiattista, tanto che alla Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni, svoltasi tra ottobre e novembre 2019 a Sharm-el-Sheik, si è cercato un accordo tra compagnie telefoniche e enti di ricerca per ridurre i disturbi. Solo tra qualche anno, con l’avanzare del dispiegamento del 5G, sapremo se le misure prese saranno efficaci.

Un altro problema riguarda il traffico aereo. Ancora una volta le frequenze utilizzate dal 5G potrebbero interferire, con effetti catastrofici, sui sistemi di guida del traffico aereo e degli stessi velivoli. Il sistema GPS, i radar civili e militari, gli strumenti di bordo rischiano di essere tratti in inganno dai segnali emessi dai satelliti, dalle stazioni radiobase e dagli smartphone 5G. La Federal Aviation Administration americana ha messo in guardia dagli elevati rischi di interferenze per i radar utilizzati sugli aerei civili. In Europa, il 16 febbraio 2021, la Direction Générale de l’Aviation Civile francese ha raccomandato lo spegnimento di tutti i dispositivi 5G sugli aerei. Le interferenze potrebbero causare errori estremamente critici negli strumenti in fase di atterraggio. L’analisi e la risoluzione di questi problemi è fondamentale per evitare di compromettere la sicurezza dei passeggeri.
Altri rischi provengono dall’interferenza delle frequenze 5G con apparecchi elettromedicali, quali i pacemaker, ma qui si apre un campo vastissimo”.

Certo le prospettive sono preoccupanti. C’è qualcos’altro che vorrebbe sottolineare professore?

“Personalmente ritengo che vi siano almeno quattro aree di cui dovremmo preoccuparci e le cui tipologie di rischio dovrebbero essere attentamente valutate. La prima riguarda gli effetti fisici delle onde elettromagnetiche sugli esseri viventi in generale, non solo su noi umani. Sono già stati pubblicati studi sugli effetti nocivi delle frequenze 5G sugli insetti, in particolare le api, già minacciate dall’uso, spesso dissennato, dei pesticidi. Vi è poi l’aspetto psicologico. La possibilità di essere costantemente connessi può aumentare la dipendenza da smartphone di cui soffrono già molte persone. In Giappone mezzo milione di giovani, la maggior parte adolescenti, sono affetti dalla sindrome hikikomori, passando i giorni e le notti davanti a uno schermo.

Una terza area, che potremmo chiamare sociologica, è legata alle trasformazioni a livello economico, lavorativo, militare, della privacy e della sicurezza che una rete pervasiva e invasiva comporta. Abbiamo infine un rischio antropologico, con la possibilità che la specie Homo Sapiens sia soppiantata dai cosiddetti Umani Migliorati o Transumani, sorta di ibridi uomo-macchina. Chi pensa che questo sia fantascienza può cercare informazioni sull’artista britannico Neil Harbisson che, a tutti gli effetti, può essere considerato un Cyborg.

Prof. Andrea Grieco
Fisico, laureatosi con una tesi in astrofisica presso l’Osservatorio di Brera-Merate, Andrea Grieco è socio fondatore dell’Osservatorio Astronomico “G. Barletta” di Cernusco sul Naviglio, presso il quale svolge attività di ricerca e divulgazione. È docente di matematica e fisica al liceo “G. Bruno” di Melzo, di cui è anche il Vicario. Nell’ultimo anno ha tenuto conferenze in tutt’Italia per illustrare le problematiche connesse all’avvento del 5G. Ha partecipato alla stesura del documento “La scuola elettromagnetica” dell’Osservatorio Scuola di Alleanza Italiana Stop5G e alla realizzazione del documentario “Sensibile”, su Sensibilità Chimica Multipla ed elettrosensibilità. È socio dell’Istituto Ramazzini di Bologna e dell’Associazione Italiana Elettrosensibili. Ha collaborato alla stesura dei testi “L’uomo bioelettromagnetico” per Guna Editore e “I pericoli della tecnologia invisibile” per Edizioni Sì. Ha ricevuto l’incarico di tutor dall’Università Statale di Milano per i corsi di formazione docenti. Svolge corsi e lezioni per l’Università del Sapere di Cassano d’Adda.
(Il Faro online)