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Pomezia, aggredisce i Carabinieri per coprire il figlio che spaccia in casa: mamma e pusher arrestati

22 marzo 2021 | 15:57
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Pomezia, aggredisce i Carabinieri per coprire il figlio che spaccia in casa: mamma e pusher arrestati

La madre del pusher ha aperto la porta di casa e alla vista dei Carabinieri ha tentato di richiuderla, aggredendoli con pugni e spintoni

Pomezia – Aggredisce i Carabinieri con calci e pugni per coprire il figlio che nel mentre tenta di disfarsi della droga. I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, coordinati dal Capitano Marcello Pezzi, impegnati nei quotidiani servizi di pattuglia per la prevenzione dei reati nel centro abitato di Pomezia, nella serata di ieri hanno fermato un’autovettura con a bordo due giovani che si stavano aggirando in atteggiamento sospetto, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia.

Uno dei due, all’atto del controllo, ha spontaneamente consegnato ai militari 7 gr. di hashish acquistati poco prima. A seguito di rapidi accertamenti, e attirati da un anomalo via vai di persone, i Carabinieri sono riusciti ad individuare un appartamento poco lontano, dove poteva essere in corso l’attività di spaccio: raggiunta l’abitazione, una donna ha, dapprima, aperto la porta, nella convinzione che potesse trattarsi di nuovi acquirenti, poi, alla vista dei militari, ha tentato di richiuderla, aggredendoli con pugni e spintoni.

Nel frattempo, all’interno dell’appartamento, il figlio della donna ha tentato di disfarsi, senza riuscirci, di 7 panetti e alcuni frammenti di hashish per un peso complessivo di 550 gr. Nella casa sono stati rinvenuti anche 690 euro in contanti, verosimile provento dell’attività di spaccio. Per mamma di 51 anni e figlio 20enne sono scattate le manette ai polsi ed entrambi sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e resistenza a pubblico ufficiale.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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