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Cronaca Locale
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Francesco Figliomeni, Vice Presidente dell’Assemblea Capitolina, parla della politica e dei problemi di Ostia

27 marzo 2021 | 10:00
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Francesco Figliomeni, Vice Presidente dell’Assemblea Capitolina, parla della politica e dei problemi di Ostia

Il Consigliere: “Nel corso della consigliatura ho avuto modo, più volte, di denunciare il modus operandi delle giunte Raggi e Di Pillo per le politiche adottate in questo splendido territorio”

Intervista a Francesco Figliomeni, Vice Presidente dell’Assemblea Capitolina e Responsabile Nazionale delle politiche sociali di Fratelli d’Italia, sui problemi e la politica del X Municipio – Ostia.

Figliomeni siamo quasi giunti al termine della consigliatura. Riassuma in una parola quest’esperienza.

“Mi prendo la facoltà di riassumerla in due parole: emozione ed orgoglio. Un’emozione unica entrare in Aula Giulio Cesare, ma soprattutto orgoglioso di aver potuto, concretamente, porre in essere delle azioni a sostegno della mia città e soprattutto per i cittadini. Non dimentichiamo mai che il fine della politica resta quello di provvedere al bene comune”.

Leggendo i giornali e le agenzie di stampa notiamo come lei più volte abbia portato all’attenzione della Giunta Raggi le diverse criticità che lamentano i cittadini di Ostia e delle zone limitrofe.

“Si, nel corso della consigliatura ho avuto modo, più volte, di affrontare ma anche denunciare il modus operandi delle giunte Raggi e Di Pillo per le politiche adottate in questo splendido territorio. Pensiamo alla tanto decantata pista ciclabile sul lungomare, un progetto realizzato in fretta e furia con tratti tortuosi, strani zig zag, percorsi interrotti, disegnati sui marciapiedi e prevedendo, altresì, una restrizione delle carreggiate con il rischio di creare lunghe code sul lungomare soprattutto d’estate.

Un progetto che, fra l’altro, penalizza le persone con disabilità in quanto le persone con mobilità ridotta o impedita, per salire e scendere dalla propria autovettura, devono farlo in mezzo alla strada dove passano le altre vetture a rischio della propria incolumità e di quella degli altri mentre, se invece devono scendere dal lato passeggero, il rischio è quello di scontrarsi con i ciclisti o con i conducenti dei monopattini. Dunque, nella foga di realizzare piste ciclabili l’Amministrazione si è dimenticata di tutelare le categorie effettivamente deboli e in più ha fatto sì che vi sia una situazione di conflitto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”.

Ci spiega meglio Avvocato?

“Il Ministero dei Trasporti ha decretato l’annullamento della delibera di Giunta con la quale il 5 agosto scorso il X Municipio autorizzava la realizzazione della pista ciclabile sul lungomare e tutte le modifiche apportate alla circolazione e alla sosta in quanto, a detta del Dicastero, il Municipio avrebbe travalicato i limiti del proprio potere con la conseguenza che non solo la pista ciclabile dovrà essere rimossa, ma gli amministratori che l’hanno adottata rischiano di essere portati a processo. Per il momento la maggioranza grillina cerca di mettere una pezza trincerandosi dietro la parola “temporaneità”, ma presto i nodi verranno al pettine”.

Quindi presto i cittadini di Ostia dovranno lasciare la bici a casa e andare a piedi?

“Guardi il problema non è la ciclabile, anzi io sono fermamente convinto che una mobilità sostenibile sia ineludibile per il futuro, ma occorre che i progetti vengano realizzati considerando e ponderando i diversi interessi e le diverse necessità coinvolte. Inoltre, mi consenta la divagazione, mi sarei aspettato, nel corso di questi cinque anni, un intervento più energico per quanto riguarda il trasporto sul ferro e mi riferisco soprattutto alla Roma-Lido.

Approfondisca

“Sono passati cinque anni da quando lo Stato ha assegnato i 180 milioni di euro, derivati dal Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020, per trasformare la Roma-Lido in metropolitana. Ma Regione e Comune sono ancora fermi a intese, accordi e discussioni su come usare questi fondi e, nel mentre, come recentemente ricordato anche dal dossier Pendolaria 2021 di Legambiente, questa tratta ha perso il 45% dei passeggeri, tra disagi, corse perse e treni vecchi e inadeguati. Un dato che pesa anche sulla fiducia degli utenti nel trasporto ferroviario, ma che soprattutto crea una sorta di differenza tra cittadini di serie A e di serie B, differenza non più accettabile e che, più volte, attraverso interrogazioni ed accesso agli atti ho denunciato e cercato di incalzare l’amministrazione a fare quanto possibile e necessario per migliorare la viabilità in un quadrante importante della città.

Non dimentichiamo che, nel contesto storico che stiamo vivendo e affrontando, è quanto mai necessario garantire un servizio efficiente dei mezzi di trasporto pubblico per evitare situazioni di sovraffollamento sui vagoni della Roma-Lido o, in caso di guasto della linea, cosa che avviene molto spesso purtroppo, sulle navette sostitutive, una situazione grave soprattutto in un contesto di distanziamento sociale per la pandemia da coronavirus”.

Avvocato l’abbiamo vista molto battagliero per quanto riguarda la questione del ponte pedonale della stazione Ostia Antica con la presenza di barriere architettoniche che precludono l’utilizzo dello stesso alle persone con disabilità.

“Da tempo denunciavo, insieme al Cons. Pietro Malara, capogruppo di Fratelli d’Italia nel X Municipio, tale discriminazione e nel 2019 partecipammo alla manifestazione organizzata dalle associazioni con molte persone in carrozzina per richiamare l’attenzione dei media su tale vergognosa situazione, che colpisce soprattutto le persone più fragili. E pensare che poco tempo prima qualche loquace esponente 5 Stelle, molto abituato agli slogan piuttosto che alla risoluzione dei veri problemi, si era pure avventurato nel decantare la fruibilità degli scavi di Ostia Antica che, invece, come stabilito anche dal Giudice sono inaccessibili, come pure il Borgo, per molte persone che provengono dalla stazione.

Il Tribunale ha stabilito che tali barriere comprimono inevitabilmente il diritto all’eguaglianza, alla non discriminazione e all’inclusione sociale delle persone diversamente abili, le quali vengono di fatto discriminate rispetto alle altre persone a cagione della loro disabilità fisica. Ora, grazie anche all’associazione Luca Coscioni promotrice del ricorso, che ringrazio, il Campidoglio a guida Raggi è stato condannato dal Tribunale di Roma, oltre che ad un cospicuo risarcimento, anche ad adottare entro i primi sei mesi del 2021 un idoneo piano volto alla rimozione delle barriere architettoniche presenti presso la Stazione di Ostia Antica per consentire alle persone con disabilità di poter usufruire della stazione e del cavalcavia sopra via del Mare e via Ostiense, che purtroppo è totalmente inaccessibile. Spiace constatare come questa sia la quarta condanna per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità inflitta in sede giudiziaria a Roma Capitale sulla base di altrettante iniziative legali con spreco di risorse pubbliche, ma soprattutto dolore inflitto alle persone fragili e alle loro famiglie. Posso garantire a tutti i cittadini che continuerò ad incalzare la Raggi tramite appositi atti ed interrogazioni affinché esegua immediatamente la sentenza del Giudice evitando ulteriori discriminazioni nei confronti delle persone più fragili”.

Consigliere i cittadini protestano per le condizioni in cui versa la pineta di Castel Fusano.

“Nonostante gli annunci roboanti della Giunta Raggi sulla pineta di Castel Fusano, vaste aree di questo patrimonio pregiato sono preda dell’incuria e dell’illegalità con discariche abusive, insediamenti abitativi estemporanei con presenza di bombole a gas e racket della prostituzione. È inaccettabile che un grande parco della Capitale, già salito agli altari della cronaca nel 2017 per una catena d’incendi, la maggior parte dolosi, si prepari ad affrontare la stagione estiva tra scarse bonifiche, sicurezza carente e il pieno di bidonville. Anche su quest’argomento abbiamo assistito ai proclami della Sindaca Raggi nei quali affermava l’adozione di una serie di misure per “rilanciare e proteggere questo magnifico patrimonio naturale” ma la situazione reale è sotto gli occhi di tutti con uno scaricabarile tra il Campidoglio e i diversi enti chiamati ad intervenire.

Alla mancanza di sicurezza assistiamo, inoltre, ad una mancanza di valorizzazione di questo patrimonio naturale nonostante i diversi Assessori all’ambiente succedutisi nel corso di questa consigliatura, quattro per la precisione. Le bonifiche sono ferme, gli alberi crollati restano in mezzo alle stradine nel verde. Mancano cartelloni informativi sulle bellezze della Pineta e sono assenti i percorsi naturalistici. È necessario procedere, con il massimo impegno, alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio ambientale naturalistico, alla tutela e alla salvaguardia dei territori, ma soprattutto ad attuare interventi di prevenzione non più procrastinabili di questo straordinario polmone verde, abbandonato al suo destino, eppure amato e frequentato ogni giorno soprattutto a primavera e in estate da migliaia di podisti, sportivi e famiglie.

Purtroppo una tematica, quella della cura del verde, emersa di recente anche per la vicenda del parco della Madonnetta con la morte del povero Riccardo per arresto cardiaco mentre scappava da un senza tetto.
La vicenda del povero Riccardo ha contribuito a riaccendere i riflettori sul degrado in cui versa l’area verde di questo bellissimo quadrante di Roma e, in particolare, del parco della Madonnetta. Si tratta infatti di un’ex Punto Verde Qualità che Roma Capitale nel 2015 ha deciso di revocare al privato che ne aveva la concessione, una scelta fortemente criticata dai residenti che hanno denunciato il progressivo abbandono dell’area. Nel frattempo le strutture ivi presenti sono state vandalizzate e non sono stati rari gli incendi che hanno finito per compromettere molti dei manufatti che lì erano stati realizzati. Una situazione che, con la morte del povero Riccardo, è tornata alla ribalta, ma non possiamo accettare la perdita di vite umane per far sì che il Campidoglio constati la situazione fallimentare che sta lasciando ai cittadini. Mi permetta, tuttavia, un’ultima analisi.

La tragica morte del povero Riccardo, purtroppo, ha reso ancora più evidente la necessità che Roma diventi una città europea cardioprotetta diffondendo l’uso di defibrillatori in tutti i luoghi di maggiore affluenza, tra cui anche sul litorale, spesso molto affollato di persone. È da tanti anni che, anche insieme ai volontari dell’associazione Planet Onlus, portiamo avanti il tema della cardioprotezione essendo stati artefici e promotori della delibera di Assemblea Capitolina n. 120 del 2018, a mia prima firma, su ‘Roma Cardioprotetta’ in quanto sono veramente troppe 60.000 persone che ogni anno muoiono per arresto cardiaco e morte improvvisa”.

Cosa prevedeva la delibera 120 del 2018?

“La delibera in questione prevedeva la promozione presso ciascuno dei quindici municipi di Roma Capitale di un progetto di formazione in materia di cardio-protezione e tecniche di disostruzione pediatrica e dell’uso dei defibrillatori semiautomatici esterni, predisponendo e potenziando il piano di programmazione della diffusione, distribuzione ed utilizzo dei defibrillatori nelle scuole e nei luoghi pubblici di competenza di Roma Capitale. Cominciando dagli uffici anagrafici, dalle scuole con più iscritti, da una volante della Polizia locale per ogni gruppo territoriale. E con corsi di formazione gratuiti da prevedere per operatori scolastici e dipendenti comunali volontari, almeno quattro per ogni sede.

A fronte di questa delibera vennero stanziati a bilancio 250mila euro per mettere in pratica i contenuti del provvedimento. Un’iniziativa che se trasformata in azioni concrete sarebbe andata nient’altro che a tutela della salute dei romani, ma che non ha mai visto la luce poiché tali risorse non sono state utilizzate e i defibrillatori ad acquistare con quel capitolo di spesa mai installati. Ora abbiamo fatto stanziare nuovamente le risorse, anche per il Municipio, ed auspichiamo che Roma Capitale proceda il più rapidamente possibile all’attuazione della stessa poiché non è più tempo di piangere altre vite spezzate e, soprattutto, non è più accettabile.
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