Roma, le affitta una stanza dove trascorrere la quarantena e la stupra: arrestato

31 marzo 2021 | 12:05
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Roma, le affitta una stanza dove trascorrere la quarantena e la stupra: arrestato

L’uomo l’ha trascinata con la forza in camera e, dopo averle strappato di mano il cellulare, l’ha violentata nonostante le lacrime e le grida di aiuto

Roma – Una ragazza originaria dell’Asia meridionale, da molti anni in Italia per lavoro, all’inizio di marzo, dopo un viaggio in patria, ha preso in affitto una stanza nel quartiere Bravetta dove trascorrere i 14 giorni del prescritto isolamento fiduciario. Nello stesso appartamento, oltre ad un connazionale che fungeva da gestore, c’erano altri stranieri tutti lì per lo stesso motivo.

Alcuni giorni fa, praticamente simultaneamente, tutti gli altri inquilini hanno terminato il loro periodo di quarantena lasciando di fatto la ragazza sola in casa con il locatario. Quest’ultimo, subito dopo cena, ha tentato un approccio sessuale con la giovane; al netto rifiuto di lei, l’ha trascinata con la forza in camera e, dopo averle strappato di mano il cellulare, l’ha violentata nonostante le lacrime e le grida di aiuto. Dopo l’atto sessuale l’uomo si è addormentato e la ragazza è riuscita a trovare il cellulare ed inviare in silenzio un messaggio di aiuto.

La persona che ha ricevuto il messaggio ha subito fatto partire l’allarme ed in poco tempo la sala operativa della Questura ha inviato sul posto le pattuglie dei Distretti di Monteverde e San Paolo.

L’uomo, un 43enne straniero, alla vista dei poliziotti ha subito capito che sarebbe stato arrestato e non ha opposto resistenza; la vittima è stata condotta in ospedale, dove ha ricevuto le prime visite e le attenzioni del caso. Gli agenti, dopo aver repertato e sequestrato tutta la biancheria del letto dove sarebbe avvenuta la violenza ed acquisita la denuncia della donna con i primi esiti medici, hanno informato il Pm di turno del pool antiviolenza della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, il quale ha disposto che  il 43enne venisse condotto in carcere.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.Il Faro online – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Roma Città Metropolitana
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