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Filippo Tortu: “Torno a gareggiare ai Mondiali di staffette, non vedo l’ora”

1 aprile 2021 | 08:00
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Filippo Tortu: “Torno a gareggiare ai Mondiali di staffette, non vedo l’ora”

Il primatista italiano dei 100 metri ad Atletica Tv. E’ sana la rivalità con Jacobs: “Fa bene all’atletica”. Dichiara entusiasta

Milano – “Torno ad Atletica TV, martedì 6 aprile torno in raduno con la Nazionale e l’1 e 2 maggio torno a gareggiare. Non sto più nella pelle, i miei compagni mi sono mancati… tutto l’ambiente dell’atletica mi è mancato”. Filippo Tortu, ospite del talk settimanale di Atletica TV insieme a Giulia Zonca, giornalista de La Stampa, è pronto a decollare per questo 2021 olimpico.

Una stagione che agonisticamente inizierà l’1 e 2 maggio a Chorzow, in Polonia, ai Campionati Mondiali di staffette. “L’obiettivo sarà portare a casa la qualificazione diretta per Tokyo (che va ai primi 8 quartetti), ma non dimentichiamoci che quello sarà solo il primo passo. Nel 2021 vogliamo prenderci un altro record italiano e scendere sotto i 38 secondi. Già a Doha potevamo giocarci una medaglia, ripartiamo da lì”.

Intanto a Milano ha iniziato una nuova vita. “..Che mi piace molto. Vivo in un appartamento con mio fratello Giacomo e mi alleno all’Arena Civica. Ho i miei spazi, il mio angolo con i vinili, i poster dei Pink Floyd e di Muhammad Ali. Sto imparando a cucinare, a turno con mio fratello. Avevamo previsto delle sonore litigate, perché io sono molto disordinato, ma andiamo d’accordo. L’unico vero dramma è che non ho più nulla di stirato, le mie magliette sembrano cartine geografiche in rilievo”. L’Arena Civica, ora nuova di zecca, è diventata la sua seconda casa. “Allenarsi lì è bellissimo: il colpo d’occhio è incredibile e si respira la storia dell’atletica. Spero che torni presto ad ospitare un grande meeting. Intanto sono migliorato molto nei balzi, e credo sia perché mi esercito sulla pedana del 17,60 di Fabrizio Donato”.

Nel frattempo i compagni di squadra sono cresciuti, a cominciare da Marcell Jacobs. “Vista da dentro, dal punto di vista mio e di Marcell, la nostra è una rivalità sana e sportiva, che ci fa bene, ci aiuta a migliorare. Ma in ottica staffetta è un grande passo avanti, significa avere maggiore sicurezza e consapevolezza. All’ultima uscita insieme abbiamo fatto il record italiano e ripartiamo da lì, sapendo di poter fare qualcosa di importante”. Agli Euroindoor lo ha impressionato? Filippo risponde:“Diciamo che non mi ha sorpreso, sapevo che valeva quel tempo. Abbiamo anche scommesso, e ho vinto io. Per come sono fatto non credo che tra noi cambierà qualcosa, sono un atleta che non guarda molto i risultati degli altri. Durante la gara sono molto concentrato su me stesso, sulla mia prestazione. Di certo questa situazione mi offre nuovi stimoli, correre con avversari forti mi esalta e mi diverte”.

L’inizio del 2021 non è stato fortunato. “Ho contratto il Covid-19, una malattia che mi ha lasciato degli strascichi; ancora adesso mi sento più affaticato e nei lavori lunghi mi manca un po’ di fiato. È una malattia che ti butta giù. Ma sto migliorando, ogni settimana va meglio e sto tornando alla grande. Con il mio allenatore (papà Salvino Tortu) stiamo lavorando bene, facendo attenzione a tutte le fasi della gara; lui studia giorno e notte, lavora molto più di me per arrivare ai nostri obiettivi. Credo che la pista ci darà indietro tutto quello che noi le stiamo dando”. Chi è il suo sprinter preferito? Precisa: “Personalmente ho guardato tanti video di Asafa Powell, per me è un modello. Se potessi prendere qualcosa da lui, oltre al personale (ride), sceglierei il tratto tra i 25 e i 35 metri, dove lui faceva la differenza”.

Ci sarà l’occasione di ritoccare il personal best nei 200?Quel 20.34 è vecchio e penso di poter essere molto più veloce, ma rimango orientato ai 100. Prima del Covid la nostra idea era di correre entrambe le gare, possibilmente anche a Tokyo, ma ora è diverso. A gennaio e febbraio mettere fieno in cascina, ma non è stato possibile. Punto sulla distanza più corta e sulla staffetta”. Continua: “In generale, quando rivedo le mie gare passate, penso semplicemente che spero di lasciare indietro il vecchio Filippo, nel senso che spero di correre molto più veloce. A Tokyo punto a conquistare un posto in finale e una volta lì giocare al meglio le mie carte. Lo stesso nella 4×100, in cui credo molto. Sono convinto che già ai Mondiali di Doha, dove siamo stati urtati dagli americani, potessimo giocarci una medaglia. In quella semifinale l’errore principale è stato il mio, forse dovuto alla stanchezza e al clima estremo del Qatar: in partenza ho addirittura pensato che mi avessero urtato un’altra volta”. (fidal.it)

(foto@Colombo/Fidal)

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