Roma, nascondeva 2 chili di hashish nella borsa frigo: arrestato

5 aprile 2021 | 09:15
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Roma, nascondeva 2 chili di hashish nella borsa frigo: arrestato

Nella scarpa del 45enne i poliziotti hanno trovato 2 involucri in plastica termosaldata contenenti cocaina

Roma – Gli agenti della Polizia di Stato del XI Distretto San Paolo, due giorni fa durante l’ennesimo servizio di osservazione nel quartiere Aurelio, hanno notato un uomo, 45enne romano, che nel tornare a casa, in prossimità del cancello carrabile, faceva salire in macchina un uomo che lo stava aspettando.

Fermati per un controllo di polizia, entrambi sono apparsi eccessivamente nervosi, rispondendo, alle domande fatte dai poliziotti, con voce tremolante e tono basso.

Insospettiti da tale atteggiamento, il proprietario di casa ha confessato agli agenti di avere droga in casa: confessione risultata vera perché in una scatoletta di cartone di colore nero con scritta “Prada”, i poliziotti hanno rinvenuto diversi grammi di hashish e all’interno di un cassetto del comò in camera da letto, mille e 50 euro in contanti.

Indosso invece i poliziotti e precisamente dentro la scarpa hanno trovato 2 involucri in plastica termosaldata contenenti cocaina. Durante la perquisizione gli investigatori hanno rinvenuto una chiave della quale l’uomo non sapeva però giustificarne il possesso e alla domanda se avesse un box o una cantina in suo uso lo stesso rispondeva di no.

Risposta che non ha convinto i poliziotti: un primo tentativo nelle cantine del piano seminterrato della sua palazzina dove però la chiave non ha aperto nulla e poi il secondo tentativo nella scala vicina, qui un lucchetto di sicurezza si è aperto e una volta entrati un forte olezzo di “fumo” ha inondato la cantina. Iniziata la perquisizione gli agenti hanno trovato una borsa frigo: al suo interno 2 chili di hashish e ulteriori pezzi della stessa sostanza del peso di circa 90 grammi.

Detenzione ai fini di spaccio, questo il reato contestato al 45enne romano, con precedenti di polizia anche specifici che, terminati gli atti di rito è stato accompagnato nelle camere di sicurezza della Questura in attesa della convalida dell’arresto.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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