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Europei calcio, pubblico per Italia-Turchia: possibilità non remota per i virologi

6 aprile 2021 | 10:00
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Europei calcio, pubblico per Italia-Turchia: possibilità non remota per i virologi

Biglietto, tampone, distanziamento, il protocollo da adottare. Ma c’è prudenza

Roma – Italia-Turchia di Euro 2021 con il pubblico sugli spalti. E’ l’idea che sta prendendo piede in queste ore e che è già stata accolta positivamente dai vertici della Regione Lazio, a cominciare da Nicola Zingaretti. Il match inaugurale degli Europei di calcio è in programma allo Stadio Olimpico di Roma l’11 giugno e l’auspicio è che entro quella data la situazione dei contagi di coronavirus e della campagna vaccinale sia notevolmente migliorata, fino al punto di consentire un’apertura agli spettatori anche solo parziale e con i dovuti controlli.

Con le dovute cautele e prudenze, un biglietto, un tampone e il distanziamento, si può far attivare la manifestazione in sicurezza. Ma su questo si dovrà esprimere anche il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo. Si può attuare la stessa modalità che c’è sui voli Roma-New York con un tampone prima della partenza“, ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato, ospite di ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio1.

Sono scelte che non prendiamo noi, lo faranno il Governo e il Cts ma ci rendiamo disponibili se si volesse sperimentare con il metodo biglietto-tampone-distanziamento“, ha concordato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, precisando che “è una decisione che non si può prendere a livello regionale“. Serve sicuramente l’avallo degli scienziati e qualcuno tra gli esperti ha già aperto a tale possibilità.

Un’idea di questo tipo per prima di metà di maggio mi avrebbe sconcertato. Ma una manifestazione che riguarda l’11 giugno, invece, è una nota di speranza: buttiamo il cuore oltre l’ostacolo, se si potrà fare, volentieri. Non mi sento di escluderlo. Giugno è ancora un momento che necessita di cautele, chiaramente. Ma non trovo sbagliato parlarne“, ha detto all’Adnkronos Salute Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Questa possibilità fa bene all’anima. Parliamo di una scadenza a giugno, in mezzo ci sono due mesi interi. Con la campagna vaccinale in atto. Possono succedere molte cose, speriamo in positivo“, ha aggiunto Galli che invece trovaazzardato parlare di aperture nel mese di aprile“. Ma “ragionare su possibilità più in là nel tempo va bene“. Vanno considerate, ovviamente, “le solite variabili, ovvero quante vaccinazioni saremo riusciti a fare, quali varianti saranno in circolazione, quali dati. In ogni caso non mi sento di bocciare l’idea di lavorare su una scadenza di giugno, almeno in linea ipotetica“, ha proseguito l’infettivologo milanese. Per Galli il messaggio dovrebbe essere: “Ora siamo ancora in mezzo al guado e dobbiamo tenere duro. Con il vaccino, e ancora un po’ di sacrifici, potremmo arrivare alla conclusione“.

Non si è sbilanciato Andrea Crisanti, per il quale è ancora prematuro parlarne. “Se si può fare ce lo dirà solo il virus“, ha osservato. “L’11 giugno è una data lontana e non si può prevedere ora quale sarà la situazione. Questa può essere vista come una speranza“, ha aggiunto Crisanti, per il quale a guidarcisaranno i numeri e quello che si potrà fare o meno ce lo dirà il livello di trasmissione di quel momento“. “Penso che le dichiarazioni di Zingaretti intercettano le aspirazioni di tutti quanti noi, ma bisogna aspettare. Ce lo dirà il virus“, ha concluso il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova. (Adnkronos)

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