Roma, minore con la pistola nei pantaloni rapinava coetanei: fermato

7 aprile 2021 | 09:33
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Roma, minore con la pistola nei pantaloni rapinava coetanei: fermato

Il ragazzino è stato accompagnato in un centro di prima accoglienza in attesa di udienza di convalida del fermo di indiziato di delitto

Roma – Era diventato l’incubo dei giovani che si trovavano a transitare all’interno o nei pressi della Stazione FM3 Monte Mario.

Le accurate e determinanti indagini da parte degli investigatori del XIV Distretto Primavalle, diretto da Tiziana Lorenzo, hanno consentito di stringere il cerchio e di arrestare un minorenne di etnia rom responsabile di vari fatti delittuosi.

In particolare, il 29 marzo scorso, i poliziotti, durante un appostamento nei pressi della stazione ferroviaria, hanno notato un singolare aggregarsi di giovani intorno ad altri, proprio nel momento in cui stava partendo un treno e, riconosciuto uno di questi per averlo visto nelle immagini degli impianti di videosorveglianza riferite ad altra rapina, lo hanno bloccato.

I suoi complici sono riusciti invece a defilarsi e a fuggire approfittando del fatto che la Polizia fosse impegnata a contenere la resistenza opposta dal fermato durante il controllo.

Il ragazzo, ancora minorenne, è stato sottoposto a Fermo di indiziato di delitto.

Informato il pubblico ministero presso il Tribunale per i Minorenni, ne ha disposto l’accompagnamento in un centro di prima accoglienza in attesa di udienza di convalida a seguito della quale, il Giudice, valutato il grave castello accusatorio a suo carico, ha disposto per lui che fosse associato presso Istituto Penale per Minorenni di Casal del Marmo.

Il ragazzo, con precedenti di polizia per reati predatori commessi anche con false generalità, dovrà rispondere di rapina aggravata e di resistenza a pubblico ufficiale.

Il minorenne è risultato scarcerato da poco tempo per aver commesso nel marzo del 2020 una rapina nei confronti di un suo coetaneo.

In entrambe le rapine il giovane malvivente aveva minacciato le vittime facendogli intravedere una pistola custodita nella cinta dei pantaloni.

Proseguono le indagini per stabilire se lo stesso sia il responsabile di altre rapine.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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