Alitalia, il Sindaco di Fiumicino: “No ad un’azienda spezzatino”

8 aprile 2021 | 17:05
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Alitalia, il Sindaco di Fiumicino: “No ad un’azienda spezzatino”
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Alitalia, il Sindaco di Fiumicino: “No ad un’azienda spezzatino”
Alitalia, il Sindaco di Fiumicino: “No ad un’azienda spezzatino”

Montino: “Come Amministrazione vogliamo dare il nostro piccolo contributo istituzionale perché la situazione volga in positivo”.

Fiumicino – “Continuiamo a essere preoccupati per Alitalia, la cui vicenda se procederà come sta accadendo in questi giorni, sarebbe tragica, non solo per il nostro territorio, ma per l’intero Paese. Per questo oggi, durante il quinto Consiglio comunale straordinario sul tema, abbiamo avanzato alcune proposte di interventi per il rilancio della compagnia aerea, che conta oggi undicimila lavoratori diretti, il 20% dei quali nostri concittadini, più tutto l’indotto”. Lo dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino.

“In questo modo – prosegue – come Amministrazione vogliamo dare il nostro piccolo contributo istituzionale perché la situazione volga in positivo. Ringrazio di cuore i professori Arrigo e Intrieri per la loro collaborazione gratuita al piano e per avere messo a disposizione la loro competenza.

Il contributo di Arrigo e Intrieri è di grande professionalità: la nostra non è una fuga in avanti, ma una proposta alternativa per sbloccare una situazione sostanzialmente bloccata. Il tema non è schierarci da una parte o dall’altra. Non è una partita di calcio: è una partita della vita di tante famiglie, dirette e dell’indotto. La sensazione che abbiamo è che la strada imboccata dal governo sia totalmente in blocco.

Per una serie di ragioni. Perché la situazione europea non ci porta alcuna soluzione, ma anzi soluzioni che ci porterebbero in pochi mesi ad un’azienda spezzatino che non va da nessuna parte. Mentre il mondo aeronautico va verso gli accorpamenti, verso i grandi gruppi, noi facciamo l’operazione opposta. Gli altri fanno processi di ristrutturazione avanzata con grandi numeri, noi pensiamo ai piccoli numeri. O siamo nelle condizioni di partire dall’azienda che abbiamo guardando verso il futuro o siamo a un punto morto e pensiamo ad una strategia diversa”.

“La nostra proposta – spiega il sindaco – poggia su un fatto essenziale che parte dalle regole europee. Non ci possono essere aiuti di Stato, per queste regole. All’amministrazione straordinaria di Alitalia è stato messo a disposizione 1 miliardo e 300 milioni e da parte dell’Ue c’è una procedura di contestazione per questi aiuti di Stato. Dobbiamo azzerare questa procedura. Il nostro codice civile, le nostre regole, dicono che se non si paga un credito questo può essere riscosso attraverso la cessione del patrimonio.

Sulla base di questo principio generale delle nostre normative, possiamo azzerare la contestazione e acquisire il patrimonio di Alitalia da parte dello Stato. Sulla base di questo si può continuare un processo di ristrutturazione su un’azienda acquisita ex novo. Una ristrutturazione che non è stata fatta finora, puntando invece sulla liquidazione. Se si cambia rotta e c’è l’intenzione di procedere su questa strada, con una direttiva precisa, si può lavorare su un progetto di ristrutturazione partendo da settori e campi che non sono stati indagati”.

“Abbiamo un problema di aerei e di flotta – aggiunge – dove si spendono molti più fondi di altre compagnie; c’è un problema di approvvigionamento e abbiamo indicato dove si può risparmiare; c‘è un tema che riguarda la riorganizzazione dell’azienda dove si possono trovare soluzioni ragionevoli. Ristrutturare significa cambiare la fase ed entrare in una logica di sviluppo, non di liquidazione, e in base a questo scegliere un nuovo soggetto che possa affrontare il tema delle alleanze. Ma in un quadro cambiato, portandosi dietro il patrimonio e anche i tecnici, i dipendenti, le persone che lavorano nell’azienda.

“Noi – prosegue Montino – non vogliamo discutere di ammortizzatori sociali.
Vogliamo discutere di prospettiva, di programma, di investimenti, di nuovo piano industriale. Noi oggi presentiamo delle linee guida per dire che Alitalia deve continuare a vivere e che prevedono tre possibili azioni da intraprendere: mantenere una gestione della compagnia pubblica, mettere in vendita in maniera unitaria l’azienda attraverso un bando, ricercare un’integrazione europea in un grande gruppo dando disponibilità di entrarne nell’azionariato.

L’Amministrazione del Comune di Fiumicino le ritiene tutte strade possibili tuttavia per ottenere il via dell’Unione europea sulla prima è necessario dimostrarne la sostenibilità economica. Sulla seconda ipotesi non ci sarebbe rilievo alcuno da parte della UE, ma essa non serve a realizzare una politica industriale del trasporto aereo. Solo la terza ipotesi – conclude – è compatibile con politiche industriali finalizzate a riottenere per l’Italia un vettore network di dimensioni congrue, ormai assente nel nostro Paese dalla prima metà degli anni ’90”.

Calcaterra: “Appoggiamo la proposta dell’Amministrazione”

“E’ di due giorni fa la notizia che l’Ue ha autorizzato un finanziamento del governo francese ad Air France pari a 4 miliardi di euro, mentre la situazione di Alitalia sta precipitando“. Lo dichiara il capogruppo del Pd in consiglio comunale Stefano Calcaterra a margine della seduta straordinaria di oggi. “La motivazione è che la crisi di Alitalia è precedente alla pandemia – spiega Calcaterra -. Vero. Ma un’azienda che ha bisogno di 4 miliardi di finanziamenti dallo Stato si può definire sana? Abbiamo dei dubbi“.

“La proposta portata in consiglio dall’amministrazione è una proposta utile non solo per la città, ma per il Paese e per l’azienda – prosegue Calcaterra – e noi l appoggiamo. Momenti e proposte come queste dovrebbero essere portate avanti da più parti, non solo dal Comune di Fiumicino“.

“Il progetto di 3 miliardi di euro di Ita, che il governo precedente aveva scelto, rappresentava per la prima volta una scelta di campo precisa: non più una compagnia privata, ma una compagnia pubblica, che torni ad essere la compagnia di bandiera, che torni ad essere uno dei simboli più importanti al mondo – sottolinea Calcaterra -. Ora chiediamo a Draghi: che fine hanno fatto quei 3 miliardi? Lo vogliamo sapere noi, le lavoratrici e i lavoratori che non ce a fanno più”.

“Siamo in un momento difficile, lo sappiamo. Viviamo una pandemia che ci porta 500 morti al giorno e che sta producendo una crisi mai vista dal dopoguerra ad oggi. Per questo l’attenzione deve essere maggiore. Il governo del paese deve avere lo stesso coraggio che ha avuto superando le regole del bilancio europeo, quelle dello Sure e del Recovery fund. C’erano le stesse regole che vietavano quei finanziamenti che ora sono sul piatto. Anche su quello l’Europa disse no, all’inizio. Serve quel coraggio, perché questa azienda non può essere distrutta”. “Ogni volta che ci siamo affidati a “capitani coraggiosi” – prosegue il capogruppo -, questi hanno prodotto buchi di bilancio, licenziamenti e arei a terra. Il progetto c’è e sta là, perché Draghi tracchegga invece di andare avanti con determinazione?”

“Fiumicino non può rinunciare ad Alitalia, ma non può rinunciarci il Paese – aggiunge Calcaterra-. E’ come se dicessimo che l’Ilva può chiudere e che rinunciamo al mercato dell’acciaio che abbiamo dominato per decenni. Il problema c’è e va risolto per andare avanti, non per chiudere”.

“Non possiamo aspettare luglio: se aspettiamo luglio l’azienda è finita – conclude -. Ci sarà la cassa integrazione, poi la naspi e poi basta. Se non c’è una battaglia vera, sotto le stanze del governo, non se ne esce. Chiediamo coraggio al governo, se si vuole che l’azienda venga risanata e torni ai fasti di decenni fa. Siamo contrari a tutti i licenziamenti e sappiamo che se ce ne saranno in Alitalia, a pioggia arriveranno a tutto l’indotto e non possiamo permettercelo. Anche per questo il Pd sarà presente a tutte le manifestazioni che ci saranno da oggi in poi”.

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