Vaccino anti-Covid, il Papa: “Serve solidarietà: il mercato non prevalga sulla salute di tutti”

8 aprile 2021 | 12:55
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Vaccino anti-Covid, il Papa: “Serve solidarietà: il mercato non prevalga sulla salute di tutti”

La lezione di economia di Francesco alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale: “Lavorare per un futuro in cui la finanza è al servizio del bene comune, dove si mettono al centro i deboli e gli emarginati, nel rispetto del pianeta”

Città del Vaticano – Nuovo appello del Pontefice per una vaccinazione che sia davvero per tutti, specie per i più poveri. In una lettera ai partecipanti al Meeting di primavera 2021 della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, che si svolge online dal 5 all’11 aprile, infatti, Bergoglio rilancia l’appello alla “solidarietà vaccinale”: “Abbiamo particolarmente bisogno di una solidarietà vaccinale giustamente finanziata, perché non possiamo permettere che la legge del mercato abbia la precedenza sulla legge dell’amore e della salute di tutti”.

Da qui l’invito “ai leader governativi, alle imprese e alle organizzazioni internazionali a collaborare per fornire vaccini a tutti, soprattutto ai più vulnerabili e bisognosi”. Parole simili le aveva pronunciate anche pochi giorni fa, durante la benedizione Urbi et Orbi di Pasqua (leggi qui), quando nella basilica di San Pietro, semideserta, disse: “Tutti, soprattutto le persone più fragili, hanno bisogno di assistenza e hanno diritto di avere accesso alle cure necessarie. Ciò è ancora più evidente in questo tempo in cui tutti siamo chiamati a combattere la pandemia e i vaccini costituiscono uno strumento essenziale per questa lotta. Nello spirito di un ‘internazionalismo dei vaccini’, esorto pertanto l’intera Comunità internazionale a un impegno condiviso per superare i ritardi nella loro distribuzione e favorirne la condivisione, specialmente con i Paesi più poveri”.

Francesco ricorda anche che il “denaro pubblico” non può essere separato dal bene comune, e che è giunto il “tempo di riconoscere che i mercati, in particolare quelli finanziari, non si governano da soli. I mercati devono essere sostenuti da leggi e regolamenti che assicurino che funzionino per il bene comune, garantendo che la finanza – piuttosto che essere semplicemente speculativa o autofinanziarsi – lavori per gli obiettivi sociali tanto necessari nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria globale”.

Il Pontefice auspica che si lavori per “un futuro in cui la finanza è al servizio del bene comune, dove si mettono al centro i deboli e gli emarginati e dove la terra, la nostra casa comune, è ben curata”. Il pensiero del Papa va poi alla crisi esasperata dalla pandemia: “Nell’ultimo anno, a seguito della pandemia di Covid-19, il nostro mondo è stato costretto ad affrontare una serie di crisi socio-economiche, ecologiche e politiche gravi e correlate. Mi auguro che le vostre discussioni contribuiscano a un modello di ‘ripresa’ capace di generare soluzioni nuove, più inclusive e sostenibili per sostenere l’economia reale, aiutando gli individui e le comunità a realizzare le loro aspirazioni più profonde e il bene comune universale. La nozione di ripresa non può accontentarsi di un ritorno a un modello di vita economica e sociale ineguale e insostenibile, dove una minuscola minoranza della popolazione mondiale possiede metà della sua ricchezza”.

“La pandemia ci ha ricordato ancora una volta che nessuno si salva da solo – rimarca il Santo Padre -. Se vogliamo uscire da questa situazione come un mondo migliore, più umano e solidale, è necessario ideare nuove e creative forme di partecipazione sociale, politica ed economica, sensibili alla voce dei poveri e impegnate a includerli nella costruzione di il nostro futuro comune. Come esperti di finanza ed economia, sapete bene che la fiducia, nata dall’interconnessione tra le persone, è la pietra angolare di tutte le relazioni, comprese le relazioni finanziarie”.

“Queste relazioni possono essere costruite solo attraverso lo sviluppo di una ‘cultura di incontro’ in cui ogni voce può essere ascoltata e tutti possono prosperare, trovando punti di contatto, costruendo ponti e immaginando progetti inclusivi a lungo termine”, sottolinea Francesco.

“Uno spirito di solidarietà globale richiede anche una riduzione quantomeno significativa del peso del debito delle nazioni più povere, aggravato dalla pandemia. Alleviare il peso del debito di così tanti paesi e comunità oggi, è un gesto profondamente umano che può aiutare le persone a svilupparsi, ad avere accesso ai vaccini, alla salute, all’istruzione e al lavoro”, conclude il Papa.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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