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L’evoluzione tecnologica, Big Data e Internet delle Cose: la catena delle interconnessioni

9 aprile 2021 | 08:42
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L’evoluzione tecnologica, Big Data e Internet delle Cose: la catena delle interconnessioni

Focus dedicato al processo di digitalizzazione e 5G, curato dall’economista Maria Alejandra Guglielmetti

Per iniziare a comprendere perché l’evoluzione tecnologica, che di per sé dovrebbe essere un motore di crescita, aggravi invece le disuguaglianze, causi la perdita di posti di lavoro, favorisca i colossi dell’economia digitale e ci renda sempre più vulnerabili, occorre capire cosa si intende per era dei Big Data e per Internet delle Cose.

Provare a spiegare un mondo sempre più complesso ed in continua trasformazione non è semplice nemmeno per gli stessi scienziati. Non solo i social network ed i video in streaming entrano via via nelle nostre vite, lo fanno anche i Cloud computing , i Big Data, l’Internet delle Cose, l’Intelligenza Artificiale, senza che ce ne rendiamo nemmeno conto perché non conosciamo tutta la catena delle interconnessioni.

Per arrivare ai Big Data, centrali per capire i processi in corso, è meglio partire dall’Internet delle Cose. Essa si basa sull’idea di oggetti “intelligenti” tra loro interconnessi, in modo da scambiare le informazioni possedute, raccolte e/o elaborate . In pratica, si tratta di sensori posti nei dispositivi mobili, nelle abitazioni (ad esempio, le serrature intelligenti che sono in grado di gestire l’apertura e chiusura delle porte di casa tramite un’applicazione installata sullo smartphone), nei mezzi di trasporto, nelle infrastrutture pubbliche (aeroporti, porti, stazioni ferroviarie), nelle industrie, nelle istituzioni finanziarie, ecc., ma anche nelle persone (ad esempio, braccialetti o sensori ingeribili che monitorano lo stato di salute).

I sensori permettono di acquisire una quantità enorme di dati di tipo ambientale, geografico, logistico, sanitario, etc. e, su questa base, fornire servizi in tempo reale; e non solo, perché i nostri dati, una volta acquisiti, possono potenzialmente essere utilizzati per effettuare analisi socio-economiche, proporci altri servizi personalizzati. In parole povere, il volume enorme di dati generati, la velocità di trattamento, la loro crescita esponenziale costituiscono ciò che viene chiamato Big Data. Questi dati non possono essere archiviati nelle basi dati locali, ma confluiscono nei Cloud, e non possono essere trattati dai comuni hardware e software, perché richiedono l’utilizzo di altre nuove tecnologie, quali l’Intelligenza Artificiale, il Machine learning, ecc., tutto interconnesso.

Questi oggetti “intelligenti “si sviluppano all’interno di ecosistemi che coinvolgono numerosi attori a livello locale, nazionale e planetario, ad esempio:
La mia compagnia di assicurazioni mi propone un servizio di salute digitale (dispositivi di auto-diagnosi) associato alla mia polizza. Ci sono già due attori, io e la mia compagnia, ed è tutto quello che noi “consumatori” vediamo.

Tuttavia, la compagnia per poter fornire il servizio si avvale di numerosi fornitori interconnessi e dipendenti dalle piattaforme digitali: fornitori di tecnologia (soluzioni sanitarie intelligenti, quali telemedicina, portale web, ecc.), di expertise medica (ospedali, medici, ed eventualmente anche farmacie a seconda dei servizi), broker digitali (ad esempio TIM) e, non ultimo, la banca per effettuare i pagamenti.

Questo servizio, già di per sé un ecosistema, è alimentato dai dati creati, utilizzati e richiesti ogni giorno da un numero elevatissimo di persone. Vengono immagazzinati nei server centrali (Cloud pubblici o privati), localizzati in qualsiasi parte del mondo, e poi, elaborati con tecnologie, anch’esse potenzialmente localizzate in qualsiasi parte del mondo, che permettono di fornire i servizi da remoto in tempo reale, usufruendo anche di altri dati sulla persona, recuperati da altri dispositivi, dai social ecc., coinvolgendo altri fornitori.

La fornitura di un singolo servizio coinvolge numerosi attori. Nell’era 5G, appena avviata, i dispositivi recupereranno dati provenienti dagli utilizzi effettuati da industrie, operatori di energia, istituzioni finanziarie, ciascuno con la sua catena di fornitori sempre più interconnessi.
Focus dedicato al processo di digitalizzazione e 5G, curato dall’economista Maria Alejandra Guglielmetti.
(Il Faro online)