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Daniele De Rossi ricoverato allo Spallanzani per Covid: “Ho avuto paura”

10 aprile 2021 | 19:45
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Daniele De Rossi ricoverato allo Spallanzani per Covid: “Ho avuto paura”

Il direttore Vaia: “Decorso clinico è buono, e se continua così la prossima settimana potrebbe essere dimesso”

Roma – “Sono venuto perché avevo troppi sintomi che non andavano via e anzi peggioravano. Ieri mattina mi sono alzato dalla sedia normalmente e ho avuto un mezzo mancamento, mi fischiavano le orecchie, sentivo tutto ovattato, ho mezzo barcollato, mi sono messo paura e ho chiesto di fare un controllo. Sono venuto allo Spallanzani e ho una polmonite interstiziale bilaterale, non ad un livello gravissimo ma c’è”. Lo dice l’ex capitano della Roma Daniele
De Rossi, in merito al suo stato di salute dopo il ricovero per Covid, in un audio inviato ad amici e conoscenti che circola nelle ultime ore sui social. “Era meglio non ce l’avessi – prosegue il 37enne romano -. Soprattutto mi hanno detto se non fossi venuto, insomma… Non è uno stadio al limite, ma neanche un Covid da curare a domicilio”.

“Per rispondere all’affetto di tanti cittadini italiani che mi chiedono notizie, dico che Daniele De Rossi è stato ricoverato da noi l’altro giorno, perché positivo, sintomatico, con una polmonite a altri sintomi tipici del Covid-19. Fortunatamente il decorso clinico è buono, e se continua così la prossima settimana potrebbe essere dimesso e andare a casa per continuare le cure a domicilio senza bisogno di ospedalizzazione”, dice Francesco Vaia, direttore dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, vincendo il riserbo a parlare dei suoi pazienti.

“Questo vuol dire – osserva Vaia – che quando si interviene presto e bene la malattia non diventa grave, per cui può essere combattuta e vinta. Le armi che abbiamo, cioè il vaccino, le terapie e i farmaci innovativi, quando vengono utilizzati nella prima fase della malattia sono spesso risolutivi”. “A ciò aggiungiamo la giovane età dell’atleta – conclude – che conferma quanto abbiamo imparato in questo periodo, e cioè che il virus è debole con i più giovani e assolutamente letale con i più anziani e fragili”.

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