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Rio Pontone, Salone: “Buttati 2 milioni per l’incapacità dell’amministrazione di Gaeta”

Dopo la decisione del Ministero degli Interni di rigettare la richiesta di finanziamento per la messa in sicurezza del torrente

Gaeta – “La mediocrità e l’inadeguatezza delle persone che stanno amministrando e rappresentando il nostro Comune – esordiscono Salone e Zazzaro – non è solo imbarazzante ma a questo punto diventa pericolosa.

La notizia del rigetto della domanda di finanziamento per la messa in sicurezza del torrente Pontone (leggi qui) da parte del Dipartimento Affari Interni Territoriali del Ministero degli Interni a causa di una istruttoria lacunosa e mediocre da parte del Comune di Gaeta, si traduce in nuovi possibili rischi per la Canzatora e per i residenti dell’area costantemente in pericolo di vita per le esondazioni.

Nel Bilancio triennale dello Stato 2019 – 2021 erano infatti previsti investimenti relativi a opere pubbliche di messa in sicurezza di edifici e territori con priorità massima per quegli investimenti rivolti alla mitigazione del rischio idrogeologico.

Eppure per carenza di documentazione la richiesta di Gaeta è stata bocciata perdendo così 2 milioni e 200mila euro.

In realtà una doppia bocciatura, perché gli amministratori alla guida del Comune di Gaeta non hanno colmato le lacune amministrative nemmeno dopo un sollecito da parte del dipartimento ministeriale competente che chiedeva di presentare il piano dei costi, il quadro economico e l’iter procedurale che in prima battuta questi incapaci si erano persino dimenticati di presentare. Ovviamente sia Formia che Itri sono state ammesse al medesimo finanziamento.

Gente come il sindaco Cosmo Mitrano – proseguono Salone e Zazzaro -, ma soprattutto come la sua giunta e la sua maggioranza sono una minaccia per questa città e la sua corretta amministrazione. Abbiamo purtroppo ancora negli occhi la drammatica esondazione del dicembre scorso, quando solo per caso non si è sfiorata una nuova tragedia, al pari di quella che causò una morte nel 2012. Addirittura nella nottata in cui la piena del fiume trasportò via il corpo della signora poi ritrovata senza vita, Mitrano era preoccupato solo di condurre a termine un Consiglio comunale. Noncuranza alla quale ci ha abituato in questi anni, come nella notte tra il 5 e il 6 dicembre scorso, quando nonostante una allerta meteo arancione, quindi ‘con rischio esondazioni e allagamenti’, il sindaco non fece assolutamente nulla, correndo poi ai ripari ben tre giorni dopo, con una ordinanza di sgombero e addirittura l’istituzione di un centro operativo comunale, quando la piena aveva già devastato case e colture, mettendo nuovamente a repentaglio la vita dei residenti.

Peraltro con la protezione civile che tre giorni prima aveva già sollecitato ‘a mettere in atto le fasi operative previste dalla propria pianificazione’.

Chissà di quale pianificazione parlavano, visto che questi non sono nemmeno in grado di fare una procedura amministrativa, di fatto gettando al vento oltre 2 milioni di euro per una messa in sicurezza che si insegue da oltre dieci anni.

In un posto normale gente del genere non solo si sarebbe dimessa per la vergogna con effetto immediato e irrevocabile, ma sarebbe sparita dalla scena politica per sempre per non correre il rischio di commettere danni irreparabili. Come in realtà questi qua stanno facendo da tempo. Invece niente, come se nulla fosse successo, impunemente perseverano.

Pensate che nel 2016 – ricordano i due ex assessori – lo stesso Mitrano non perse tempo per emanare uno dei suoi deliranti comunicati stampa autocelebrativi nel quale si autocompiaceva di una spesa di 240mila euro, più un altro milione di euro – che però nessuno ha mai visto spendere – per la riqualificazione del letto del torrente. La definì ‘un’azione concreta a beneficio della collettività’. Parole, parole, parole, spot, pubblicità e comunicati, me nella vita di tutti i giorni la gente muore.

Invitiamo la città e tutti i cittadini ad affrontare in coscienza una seria riflessione sulle conseguenze del loro voto e sulla qualità della rappresentanza istituzionale che i nostri amministratori stanno offrendo, riversandosi sulle nostre esistenze.

Siamo di fronte ad un indegno spettacolo ormai quotidiano, a causa del quale dovremmo tutti quanti noi richiamare immediatamente all’ordine e al rispetto del loro mandato politico e istituzionale ognuno di coloro che siedono in Consiglio comunale. Assessori e sindaco, ma soprattutto i rappresentanti diretti di ogni singolo cittadino, che da loro hanno ricevuto l’incarico di rappresentare la città nella massima assise, ovvero i consiglieri comunali. Vi invitiamo – concludono – a leggerne i nomi, uno per uno, e a ricordare i loro silenzi, il loro immobilismo, l’incapacità di intervenire anche su una singola questione. Nulla, il silenzio assoluto. Guardate chi sono, perché chi è causa del suo male poi pianga se stesso!”.

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