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Papa Francesco: “Essere cristiani non è solo una dottrina o un ideale morale” foto

Bergoglio torna ad affacciarsi su piazza San Pietro dopo oltre un mese per pregare con i fedeli: "Sono contento di vedervi, mi mancate quando devo fare la preghiera da solo nella biblioteca"

Città del Vaticano – “Gesù non è un ‘fantasma’, ma una Persona viva. Essere cristiani non è prima di tutto una dottrina o un ideale morale, è la relazione viva con Lui, con il Signore Risorto: lo guardiamo, lo tocchiamo, ci nutriamo di Lui e, trasformati dal suo Amore, guardiamo, tocchiamo e nutriamo gli altri come fratelli e sorelle”.

Dopo oltre un mese di “lockdown” dovuto alla zona rossa imposta dalle autorità a Roma e nel Lazio, Papa Francesco torna ad affacciarsi su piazza San Pietro per pregare con i fedeli il Regina Coeli (le preghiera che nel Tempo Pasquale sostituisce l’Angelus). Tuttavia, nel grande abbraccio del colonnato di Bernini si sono radunate poche centinaia di persone, sfidando il cielo che minaccia pioggia. “Sono contento di vedervi, mi mancate quando devo fare la preghiera da solo nella biblioteca”, il saluto alla folla che lo applaude

Il Pontefice spiega quindi il contenuto dell’odierna pagina evangelica, che racconta dell’incontro di Cristo Risorto con i discepoli radunati nel Cenacolo a Gerusalemme. Un brano caratterizzato “da tre verbi molto concreti, che riflettono in un certo senso la nostra vita personale e comunitaria: guardare, toccare e mangiare. Tre azioni che possono
dare la gioia di un vero incontro con Gesù vivo”.

Guardare è il primo verbo su cui pone l’accento il Santo Padre, sottolineando come “guardare non è solo vedere, è di più, comporta anche l’intenzione, la volontà. Per questo è uno dei verbi dell’amore. La mamma e il papà guardano il loro bambino, gli innamorati si guardano a vicenda; il bravo medico guarda il paziente con attenzione… Guardare è un primo passo contro l’indifferenza, contro la tentazione di girare la faccia davanti alle difficoltà e alle sofferenze degli altri”.

Il secondo verbo è “toccare”: Gesù, infatti, invita i discepoli, “a toccarlo, per constatare che non è un fantasma”. In questo modo, spiega Bergoglio, “Gesù indica a loro e a noi che la relazione con Lui e con i nostri fratelli non può rimanere ‘a distanza’, solo sul piano della sguardo”. E a braccio aggiunge: “Non esiste un cristianesimo a distanza”.  “L’amore chiede la vicinanza, il contatto, la condivisione della vita – aggiunge -. E così con Gesù stesso: amarlo significa entrare in una comunione vitale, concreta con Lui”.

Il terzo e ultimo verbo è “mangiare, che esprime bene la nostra umanità nella sua più naturale indigenza, cioè il nostro bisogno di nutrirci per vivere”. Ma mangiare, “quando lo facciamo insieme, in famiglia o tra amici, diventa pure espressione di amore, di comunione, di festa… Quante volte i Vangeli ci presentano Gesù che vive questa dimensione conviviale! Anche da Risorto, con i suoi discepoli. Al punto che il Convito eucaristico è diventato il segno emblematico della comunità cristiana”.

Da qui l’appello a tutti i credenti a vivere una vera relazione con Gesù, che “non è un ‘fantasma’, ma una Persona viva. Essere cristiani non è prima di tutto una dottrina o un ideale morale, è la relazione viva con Lui, con il Signore Risorto: lo guardiamo, lo tocchiamo, ci nutriamo di Lui e, trasformati dal suo Amore, guardiamo, tocchiamo e nutriamo gli altri come fratelli e sorelle”.

(Il Faro online) Foto © Vatican Media – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Papa & Vaticano
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