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Piano territoriale paesistico regionale, al via i lavori del Consiglio. La cronaca del dibattito

Svolta la relazione dall'assessore Valeriani, il Consiglio ha respinto le questioni pregiudiziali e sospensive. La seduta è stata aggiornata al 20 aprile, alle 14,30

Regione Lazio – L’assessore all’urbanistica Massimiliano Valeriani ha aperto ieri mattina i lavori del Consiglio regionale sul Piano territoriale paesistico regionale, con la relazione illustrativa dell’atto, che era stato inviato all’Aula dalla commissione decima il 18 febbraio scorso. Con questo atto, contenuto nella proposta di deliberazione consiliare 59, si dovrebbe chiudere, ha detto l’assessore, una vicenda che va avanti dal 1998: “Non approvare questo piano significherebbe ricominciare da capo e non ce lo possiamo permettere” – ha concluso Valeriani.

Respinte, prima dell’apertura del dibattito sul merito dell’atto, tre questioni pregiudiziali e due sospensive, presentate da Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia.

La necessità, secondo l’assessore, è quella di superare il piano del 2007, mai applicato; la sentenza della Consulta poi aveva dichiarato decaduto per mancata copianificazione con il Mibac il piano del 2019, ha ricordato Valeriani, il quale, parlando del coraggio con cui in questa consiliatura si è deciso di affrontare questo tema, ha detto anche che il Ptpr non va limitato alla materia urbanistica, che è totale competenza dei comuni. Il piano deve mettere ordine in una materia che altrimenti è una giungla normativa, come ben sa chi ha fatto l’amministratore locale.

Valeriani ha rivendicato però la bontà del lavoro che era stato fatto in quella occasione; il principio della copianificazione rende di difficile adozione questi strumenti, infatti. Ma la sentenza della Corte richiede che ci si adegui ad essa, nel frattempo: di qui la presentazione di questo nuovo testo che ricalca una intesa precedente, già intercorsa, con il Ministero. Una mediazione tra interessi economici e preoccupazioni di varie parti, amministratori e ambientalisti, è ciò da cui nasce questo testo, a partire da quello del 2013.

Ora non c’è più spazio di mediazione però: non si può pensare di andare a toccare di nuovo un testo su cui è stato raggiunto un accordo con il Ministero. “Prendere atto di un percorso travagliato” e chiudere questa vicenda, secondo Valeriani, è ormai necessario. Si è tentato di salvare alcune componenti del piano del 2019 ma non è stato possibile, nel confronto con il Mibac; a questo punto o si accetta il piano o lo si respinge.

Passando ai contenuti, la principale novità del Ptpr secondo l’assessore è che esso interviene solo laddove esistano dei vincoli; l’approvazione del piano fa sparire tutti i piani esistenti in precedenza; soprattutto, è stata presa in considerazione la cartografia del 2014, che recepisce modifiche del territorio intervenute nel frattempo rispetto alla cartografia precedente, quella del 1998. L’80 per cento delle osservazioni prodotte sul piano era riguardante proprio la cartografia; più di 400 osservazioni vengono recepite dal piano, a beneficio dei comuni; altri elementi ancora di novità sono contenuti nel piano, ha detto Valeriani, che ha aggiunto che i comuni avranno due anni per adeguarsi a questo piano, una volta approvato. L’approvazione del piano fa scattare anche i meccanismi di semplificazione, molto importanti in una fase di difficoltà generale delle attività economiche.

Le questioni pregiudiziali e sospensive poste da Ghera erano principalmente incentrate sul fatto che il piano, messo a punto dalla Giunta in accordo con il Mibac e presentato all’approvazione dell’Aula senza possibilità, come detto dall’assessore, di apportare modifiche, esautorerebbe il Consiglio regionale dai suoi poteri. Ma anche la cartografia, pur essendo stata aggiornata con i dati del 2014, è ancora troppo vecchia, risalendo a ben 7 anni fa ormai.

Nel dibattito che ha preceduto il voto sulle questioni pregiudiziali e sospensive, a nome del gruppo di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini ha giudicato “gravissimo” che le cartografie alla base del Ptpr risalgano al 2014; inoltre il dibattito in commissione è stato interrotto con l’invio all’Aula del documento, impedendo di approfondire questa e altre questioni, a suo avviso. Ma la principale anomalia, secondo Righini, resta il fatto che l’atto sia inemendabile, a detta dello stesso assessore.

Di contro, Marta Leonori in qualità di capogruppo del Partito democratico ha fatto rilevare come gli aspetti evidenziati non incidano sulla possibilità di votare l’atto: la cartografia ha fatto passi avanti notevoli rispetto a quella precedente, quindi l’invito è stato a portare a termine in tempi rapidi i lavori.

Per Giuseppe Simeone di Forza Italia non si possono liquidare questioni come quelle poste da FdI senza l’approfondimento che esse meritano. La sua proposta è stata quella di sospendere i lavori per trovare un accordo tra i gruppi.

D’accordo Angelo Tripodi della Lega, per il quale con questo Ptpr “muore la politica dei territori”, perché se non vi è margine di intervento su un atto come questo le funzioni degli enti locali scompaiono. Un invito a valutare seriamente le pregiudiziali presentate era provenuto anche da Adriano Palozzi del gruppo misto. – A cura dell’Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio.
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