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I ristoratori di Fiumicino contro il decreto Draghi: “Il 26 aprile potremmo non riaprire”

22 aprile 2021 | 10:50
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I ristoratori di Fiumicino contro il decreto Draghi: “Il 26 aprile potremmo non riaprire”

“Lunedì potremmo rimanere chiusi. C’è voglia di tornare a fare quello che più ci piace, ma le norme inserite nel decreto Draghi sono troppo penalizzanti”

Fiumicino – “Riaperture? Stiamo valutando. Lunedì potremmo rimanere chiusi. C’è voglia di tornare a fare quello che più ci piace, ma le norme inserite nel decreto Draghi sono troppo penalizzanti. È una situazione davvero difficile per noi“.

Così, in una nota, l’associazione Lungomare della Salute di Fiumicino che racchiude la maggior parte delle attività della zona, che prosegue: “Soluzioni? L’abbiamo detto dieci giorni fa, va trovata nel mezzo: il 60 per cento dell’attuale capienza, già decurtata, all’interno e il 40 per cento fuori. Una giusta ipotesi che salvaguarderebbe tutti anche in caso di maltempo e piogge. E in seconda battuta coprifuoco allungato per chi ha consumato e mostra lo scontrino. Per un comune come Fiumicino che vive essenzialmente con i clienti romani è il minimo. Se le cose non dovessero cambiare nelle prossime ore? I risultati sarebbero certi: zero o pochissimi clienti e ulteriori costi da dover gestire”.

“Se non siamo falliti ancora questo potrebbe essere il modo giusto. Noi vogliamo riaprire, vogliamo lavorare, tornare a fare quello che più ci piace rispettando le regole anti contagio. Ma così è troppo. Andare a tagliare ulteriormente i posti all’interno e ‘spostarli’ fuori allungando di poco il coprifuoco per chi consuma sarebbe l’ennesimo sacrificio ma almeno ci permetterebbe di poter sopravvivere. Non fosse così con molta probabilità noi, a malincuore, potremmo essere costretti a non riaprire. Troppo alto il rischio, troppo alta la possibilità di fallire e lasciare senza stipendio tutti i nostri dipendenti e fornitori”, conclude la nota.

Poggio (Lega): “Decreto incomprensibile alla luce dei dati”

Il decreto Draghi, alla luce degli attuali dati, è incomprensibile. Abbiamo un indice di contagiosità che fortunatamente in gran parte delle regioni è sotto controllo”, commenta Federica Poggio, consigliera comunale di Fiumicino e responsabile per il commercio della Lega Salvini Premier-Lazio della zona nord della Provincia di Roma.

“I livelli delle terapie intensive sono gestibili – continua Poggio -. Abbiamo 16 milioni di vaccinati più tutte quelle persone che, avendo contratto il Covid, sono immuni. A fronte di tutto questo ristoranti e attività di somministrazione possono aprire ma solo all’aperto, mentre palestre e piscine dovranno attendere ancora settimane. È assurdo. Non c’è linearità. Qui nessuno chiede di tornare al pre-Covid ma così si massacra l’economia italiana”.

“Altro che rischio calcolato. Qui in pochi riapriranno e chi lo farà oltre ad avere il rischio d’impresa avrà anche il ‘rischio meteo’ e del coprifuoco. Dovrà svegliarsi e capire se potrà lavorare, pregare affinché ci sia il sole altrimenti si troverà costretto a buttare migliaia di euro di spesa pagando inutilmente il personale. Non si avrà alcuna certezza del lavoro che potrà svolgere. Si dovrà chiedere ai clienti di cenare alle 19 per evitare di incorrere entrambi in sanzioni. Ma quali riaperture”.
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