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Recovery Plan, 221 miliardi per sanità, istruzione e transizione ecologica: la bozza

22 aprile 2021 | 16:24
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Recovery Plan, 221 miliardi per sanità, istruzione e transizione ecologica: la bozza

La fetta più grande, con 57 miliardi, dovrebbe andare alla rivoluzione green e alla transizione ecologica. Ben 31,9 miliardi, invece, a istruzione e ricerca

Roma – Ammonta a 221,5 i miliardi il Recovery plan targato Italia, di cui 191,5 miliardi finanziati con le risorse in arrivo da Bruxelles e 30 dal fondo complementare.

Delle risorse del Pnrr, 15,6 miliardi sono destinati alla sanità – con un’accelerazione della medicina del territorio e della “casa come primo luogo di cura”, aggiornamento delle tecnologie, delle attrezzature e delle infrastrutture, la digitalizzazione del Ssn – mentre 31,9 miliardi vanno al capitolo Istruzione e ricerca. E ancora: 25,3 miliardi sono destinati ai trasporti. La fetta più grande, con 57 miliardi, dovrebbe andare alla rivoluzione green e alla transizione ecologica.

Due gli “obiettivi chiave” che il Pnrr si pone: “Riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica” e “contribuire ad affrontare le debolezze strutturali dell’economia italiana”. E’ quanto si legge nel documento di sintesi messo a punto dal Mef e sul tavolo della riunione in corso a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi, i ministri interessati al dossier, tra questi Vittorio Colao e Roberto Cingolani, e i capidelegazione delle forze di maggioranza.

“Ampio e perduranti divari territoriali”, “basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro”, “crescita debole della produttività” e “ritardi nell’adeguamento delle competenze tecniche, nell’istruzione e nella ricerca”: sono queste le “debolezze strutturali dell’economia italiana” su cui il Recovery plan intende intervenire per imprimere un cambio di passo decisivo per la ripresa del paese. “Riforme e investimenti -si legge nel documento di sintesi – affrontano in modo orizzontale e strutturato tre problemi di fondo: disuguaglianza di genere, inclusione giovanile, divari territoriali”. Tra le curiosità, oltre a un futuro con le scuole 4.0 e rigorosamente cablate, la rigenerazione urbana per i Comuni sopra i 15mila abitanti e un pacchetto salute calibrato sulla “casa come primo luogo di cura”.

La riunione sul Pnrr è iniziata intorno alle 10.30 e si è conclusa dopo circa due ore. Domani è atteso il Consiglio dei ministri sul Recovery plan, che verrà poi presentato alle Camere lunedì e martedì della prossima settimana.

L’impatto del Pnrr sul Pil sarebbe pari a 3 punti percentuali di crescita aggiuntiva nel 2026 rispetto allo scenario di base e a 1,4 punti di crescita media in più nel 2022-26 rispetto al 2015-19. Verrebbero destinati 2,39 miliardi aggiuntivi per il sistema sanitario dal fondo complementare al Pnrr. Nel dettaglio, 1,45 miliardi andranno alla missione “ospedale sicuro e sostenibile”; 440 milioni alle spese per un ecosistema innovativo della salute e 500 mln alla ricerca e all’innovazione nel campo sanitario ed assistenziale.

Bozza: 31,9 miliardi a istruzione e ricerca, aule cablate per studenti

Sono 31,9 i miliardi del Pnrr destinati all’istruzione e alla ricerca, ovvero il 17% del “tesoretto'”. Le risorse – si legge nel documento di sintesi messo a punto dal Mef – saranno finalizzate a “rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e Stem, la ricerca e il trasferimento tecnologico”. Dunque, “asili nido, materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia”, ma anche la “scuola 4.0”, ovvero scuole “moderne, cablate e orientate all’innovazione grazie anche ad aule didattiche di nuova concezione”. Ci sarà, inoltre, “il risanamento strutturale degli edifici scolastici”.

Bozza: 42,5 miliardi a digitalizzazione e turismo e 25,3 a trasporti

Potrebbero ammontare a 42,5 miliardi gli stanziamenti complessivi del Recovery plan per la digitalizzazione e il rilancio del turismo. Nel dettaglio con queste risorse pari al (22% dei fondi totali) si finanzierebbero i progetti per la digitalizzazione della Pa, per incentivare la transizione digitale delle imprese; la banda ultralarga e le connessioni veloci nel paese; il sostegno alle filiere, all’internazionalizzazione e agli investimenti in tecnologie satellitari; il rilancio del turismo e della cultura.

Una quota pari a 25,3 miliardi degli oltre 191 miliardi totale del Pnrr (il 13%) andrà invece ai progetti per la mobilità sostenibile. Nello specifico i progetti per l’alta velocità, la modernizzazione della rete ferroviaria, lo sportello unico doganale, tra gli altri.

Il Pnrr dovrebbe destinare la fetta più grande della “torta” degli investimenti totali alla rivoluzione green e alla transizione ecologica, con un ammontare pari a 57 miliardi. Nel dettaglio le risorse andranno agli interventi per l’economia circolare, la gestione dei rifiuti, l’efficienza energetica, le infrastrutture idriche e l’idrogeno, tra gli altri.

Bozza: due riforme strutturali, giustizia e Pa

Due riforme strutturali – giustizia e Pubblica amministrazione – per realizzare le sei missioni in cui si articola il Recovery plan messo a punto dal Governo italiano. Sul fronte della giustizia, in particolare, si mira a intervenire sulla “bassa efficienza” che passa dall’eccessiva durata dei processi” e dal “forte peso degli arretrati giudiziari”. Tra le “riforme abilitanti” da realizzare, “le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni” nonché “interventi sul codice degli appalti”. Tra le riforme “settoriali specifiche” vengono poi indicate “nuove regole per la produzione di rinnovabili” e “interventi sul contratto di programma per le Ferrovie”.

Bozza: 19,1 miliardi per lavoro, donne e Zes

Il Pnrr dovrebbe stanziare 19,1 miliardi per la coesione e l’inclusione sociale, pari al 10% degli stanziamenti totale del Piano. Nel dettaglio le risorse andrebbero ad interventi per le politiche attive del lavoro, per lo sviluppo dei centri per l’impiego, per l’imprenditoria femminile, per rafforzare i servizi sociali, la rigenerazione urbana e gli investimenti per le Zone economiche speciali, Zes.

Bozza: 8,2 miliardi a sisma ed ecobonus fino 110% in fondo extra-Pnrr

Dovrebbero ammontare a 8,25 miliardi le risorse del fondo complementare del Recovery plan per il sisma e l’ecobonus fino al 110%. E’ quanto prevede la proposta di investimento sulla misura chiamata a rilanciare il comparto edilizio.

Bozza: 1 miliardi a 5G in fondo extra-Pnrr

Il fondo complementare al Pnrr potrebbe stanziare un miliardo di risorse extra per le connessioni veloci ultra broadband e 5G.

Il Portogallo è il primo Paese a presentare il piano

Nel frattempo il Portogallo ha presentato oggi alla Commissione europea il suo piano nazionale di ripresa e resilienza, necessario ad accedere alle risorse di Next Generation Eu. Ne dà notizia la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, via social. Il Portogallo, che ha la presidenza di turno del Consiglio Ue, è il primo a presentarlo. “Continueremo ad aiutare gli altri Stati membri a consegnare piani di alta qualità. L’obiettivo è avere tutto pronto quest’estate”, spiega la Presidente. (fonte: Adnkronos)