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Roma, un sms “butta tutto” non salva i 4 pusher: beccati con oltre 8 chili di droga

La Polizia ha intercettato il quartetto mentre cedeva lo  stupefacente

Roma – Martedì scorso la squadra di Polizia Giudiziaria del XIV Distretto di Pubblica Sicurezza Primavalle, diretto da Tiziana Lorenzo, ha portato a termine una brillante operazione che ha consentito di arrestare 4 uomini, di cui tre italiani ed un peruviano.

L’attività info investigativa posta in atto dagli investigatori è consistita, fra l’altro, nel monitoraggio di un uomo con precedenti di Polizia del quartiere Primavalle che ha permesso di individuare, in via Martiri della Storta, il luogo dove venivano effettuati gli scambi di droga.

Nel tardo pomeriggio di martedì scorso,  l’osservazione in zona da parte degli investigatori ha permesso di intercettare la cessione di  sostanza  stupefacente che ha visto coinvolti i 4 uomini ognuno con un ruolo ben preciso.

Uno dei due italiani, sopraggiunti a bordo di una vettura di grossa cilindrata, ha avuto il compito di contrattare il prezzo con un peruviano, mentre un altro si è allontanato per prelevare la droga da un complice, in una abitazione lì vicino.

Colti sul fatto gli agenti hanno recuperato un chilo e 200 grammi di hashish e la somma di 4mila euro.

Gli investigatori hanno poi fatto irruzione nell’abitazione in questione e hanno recuperato altri due borsoni contenenti  7 chilogrammi  di hashish e marijuana, scoprendo poi che al padrone di casa era stato inviato un messaggio telefonico con scritto “butta tutto”.

Il Pubblico Ministero di turno ha disposto il rito direttissimo nella giornata del 21 aprile 2021 durante il quale il Giudice ha convalidato l’arresto dei 4 soggetti e applicato solo a carico di uno la misura cautelare della custodia in carcere, per altri due gli arresti domiciliari e per il quarto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora nel Comune di Roma.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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