Pusher “raider” consegna droga a domicilio: la cocaina era nascosta nelle scarpe

25 aprile 2021 | 11:35
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Pusher “raider” consegna droga a domicilio: la cocaina era nascosta nelle scarpe
Pusher “raider” consegna droga a domicilio: la cocaina era nascosta nelle scarpe
Pusher “raider” consegna droga a domicilio: la cocaina era nascosta nelle scarpe
Pusher “raider” consegna droga a domicilio: la cocaina era nascosta nelle scarpe

Il nervosismo dell’uomo, un 40enne, ha insospettito gli agenti che hanno così proceduto al controllo

Roma – Consegnava la droga a domicilio munito di borsa ufficiale. E’ successo a Roma dove, il raider è stato notato dagli agenti della Polizia di Stato, del I Distretto Trevi Campo Marzio, diretti da Fabio Abis, mentre, a bordo di uno scooter e munito di una sacca adibita per il trasporto e la consegna degli alimenti a domicilio, transitava più volte nell’area del centro storico di Piazza Navona.

L’uomo, un 40enne, una volta fermato dagli agenti durante uno specifico servizio antidroga, ha affermato, mostrando la borsa termica, di aver effettuato delle consegne per la cena, non specificando però l’indirizzo del cliente consegnatario né tantomeno mostrando gli scontrini e le relative ricevute. Il suo nervosismo ha insospettito gli agenti che hanno così proceduto al controllo del “rider” recuperando ben 29 involucri di cocaina ed una somma di 575 Euro occultati all’interno delle scarpe.

Al termine delle indagini l’uomo è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente dalla Polizia di Stato nei servizi antidroga nella capitale oltre ad altre 13 persone. Quasi 1,5 Kg di stupefacente sequestrato oltre a 3 mila Euro in contanti.

Per lo stesso reato sono state arrestate da personale della Polizia di Stato negli specifici servizi di contrasto alla detenzione e spaccio di sostanza stupefacente, nell’area di competenza del VI Distretto di Polizia Casilino, 7 persone in 5 distinte operazioni. In una di queste, nel quartiere di Tor bella Monaca, nel momento in cui gli agenti hanno deciso di intervenire dopo aver assistito allo spaccio all’interno di una piazza, la ‘vedetta’, notata la presenza degli ‘sbirri’ al grido “zio zio zio…” non è riuscita a segnalare in tempo la presenza delle forze dell’ordine ed a permettere al pusher di evitare l’arresto con il sequestro dello stupefacente e delle relative somme di denaro provento dello spaccio.

L’escamotage trovato da un pusher nel quartiere Fidene – Serpentara è stato quello di occultare la sostanza stupefacente all’interno del rivestimento di stoffa del seggiolino per bambini posto nella sua autovettura. L’uomo, un romano di 36 anni, fermato una prima volta per un controllo dagli agenti del III Distretto ha provato a scappare, costringendo gli operatori di Polizia con un movimento repentino a schivare il mezzo per non essere investiti è stato bloccato successivamente in via Federico de Roberto, con diversi involucri di cocaina ed una somma di oltre 1.500 Euro. Anche per il 36enne sono scattate le manette.

In via Giolitti, il personale del commissariato Viminale, ha fermato O.J., un nigeriano di 42 anni. L’uomo, oltre a diverse dosi di marijuana indosso ed al denaro provento di spaccio, durante gli accertamenti, è risultato anche avere in atto un divieto di dimora da Roma.

Consistente anche il quantitativo di stupefacente individuato e recuperato dagli agenti del commissariato Celio nel quartiere “La Rustica”, dopo aver fermato per controllo un’autovettura. Sin da subito i poliziotti hanno percepito il forte odore caratteristico del cannabinoide ed hanno fatto scendere le 2 donne a bordo. Coadiuvati da personale di unità cinofile, gli uomini del commissariato Celio, hanno rinvenuto oltre 1 Kg. Di stupefacente tra cocaina e Hashish. Le due donne, D.L.J. 46enne e I.A. 42enne, entrambe romane, sono state così arrestate per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Altri 2 arresti specifici per droga, sono stati effettuati dal personale della Polizia di Stato dei Distretti e Commissariati in zona Tuscolano e ad Ostia.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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