L'approfondimento |
Focus
/

Siamo sempre più vulnerabili alle Tempeste Solari

26 aprile 2021 | 08:15
Share0
Siamo sempre più vulnerabili alle Tempeste Solari

Focus su processo di digitalizzazione e 5G a cura dell’economista Maria Alejandra Guglielmetti

Tra i rischi di cui si parla troppo poco e che invece ci rendono più vulnerabili nell’era dei Big Data, vengono indicati gli ‘eventi geomagnetici estremi’. In cosa consistono precisamente questi rischi?

Il nostro pianeta è costantemente bombardato dai cosiddetti ‘raggi cosmici’, particelle energetiche provenienti dallo spazio. Ma a volte questo flusso di particelle risulta particolarmente forte, ad esempio nel 1859 ci fu la “tempesta solare” più feroce avvenuta in tempi moderni, chiamata Evento Carrington. La Terra venne invasa da una quantità enorme di particelle emesse dal Sole. Si osservarono aurore boreali alle Bahamas e a Cuba, alcune stazioni telegrafiche presero fuoco e in generale i primi sistemi di comunicazione subirono dei forti problemi. Recentemente, invece, l’evento più drammatico di interruzione dell’energia elettrica causato da una tempesta solare si ebbe il 13 marzo 1989 in Québec. Non si riuscì a stabilizzare gli eccessi di tensione che ricevevano le linee elettriche e, per 9 ore, grandi regioni del Québec piombarono nell’oscurità.

Gli eventi estremi sono rari, tuttavia se capitano, in un mondo interconnesso come quello che si sta costruendo, gli impatti possono essere catastrofici. Già oggi un evento estremo come quello di Carrington, potrebbe causare danni per miliardi di euro e potrebbe richiedere anni per il completo recupero, perché metterebbe fuori uso centrali elettriche, comunicazioni radio e satelliti. Provate ad immaginare cosa potrebbe succedere con le tanto decantate smart cities.
Occorre segnalare che in Italia “non c’è un piano nazionale per far fronte a un’emergenza da tempesta geomagnetica estrema” (Mauro Messerotti, Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica-INAF e Università di Trieste). In Europa vari Paesi si sono organizzati, ma bisognerebbe arrivare a un piano coordinato a livello europeo e non se ne sta ancora parlando.

L’interconnessione spinta ci rende anche molto più vulnerabili ad un black out elettrico determinato da qualsiasi causa di natura tecnica oppure, ed occorre sottolinearlo, agli attacchi cibernetici, sempre più sofisticati e diffusi, che potrebbero anch’essi provocare dei black out.

Poiché siamo in tema di energia elettrica e di vita connessa, occorre richiamare l’attenzione sul fatto che il digitale, checché ne dicano le aziende tecnologiche nei loro bilanci sociali, produce una percentuale significativa di CO2. In un interessante articolo di Milena Gabanelli, che fornisce una serie di informazioni inquietanti sull’impatto ambientale delle nuove tecnologie, si rileva che “un video in streaming di 10 minuti consuma 1500 volte più elettricità che caricare per 10 minuti la batteria dello smartphone”; consideriamo a titolo di esempio che solo in Italia tra il 24 e il 26 dicembre 2020 lo streaming via smartphone è aumentato del 143%, e via smart-tv del 1000%.
Il Faro online – Clicca qui per leggere tutti i Focus.