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Filippo Mondelli: gigante buono del canottaggio e atleta azzurro di valore

Un titolo mondiale e due ori europei per l’atleta delle Fiamme Gialle. La malattia scoperta nel 2019 e la scomparsa

Ha preso la sua barca per l’ultima volta Filippo. Tra il buio e la luce che lo hanno visto protagonista di questo strano film che è la vita, ha chiuso gli occhi nel pomeriggio di oggi dopo due anni di lotta, da campione del mondo, contro l’osteosarcoma che lo aveva colpito due anni fa.

Mondelli era un grande atleta. Medaglia d’oro nel 4 di coppia nella rassegna iridata del 2018. Uno degli eroi della Nazionale di canottaggio che in questi anni arricchiscono il prestigio dello sport italiano. Una speranza era, una certezza di successo per le prossime Olimpiadi di Tokyo. Si era qualificato per l’evento a cinque cerchi con Luca Rambaldi, Andrea Panizza e Giacomo Gentili. Una squadra formidabile quella, con l’atleta  azzurro Mondelli che da un anno a poco avrebbe dovuto iniziare una battaglia cruenta contro il cancro. Non si ferma questa malattia, neanche in tempi bui del Covid 19. Si dovrebbe trovare un vaccino presto, anche per la patologia che più spaventa. Ma che ha accresciuto il coraggio di Filippo. Da subito appoggiato e aiutato dal mondo dello sport. Le Fiamme Gialle, la sua squadra di appartenenza e il lago di Paola a Sabaudia, ad attenderlo per un altro allenamento e un’altra sfida sportiva da vincere. Ha combattuto Filippo e lo ha fatto da vero campione, mettendosi al collo l’oro della vita.

Ha lasciato un vuoto enorme. Il dolore dei suoi compagni di Nazionale, come gli amici gialloverdi non si placa. Messaggi sentiti di cordoglio sono stati inviati da Giovanni Malagò e da Valentina Vezzali. Anche dal Governatore della Lombardia, regione nativa di Mondelli. Si è spento a Cernobbio, a soli 26 anni. Ne avrebbe compiuto 27 il prossime mese di giugno e aveva deciso di intraprendere la vita politica al Coni, con l’elezione recente in Consiglio Nazionale. Ha lasciato un vuoto anche lì, con la voglia di ritornare alla vita, che sempre lo ha contraddistinto. Con il suo viso nel cuore e con l’incoraggiamento a non mollare, l’Italia ha vinto numerose medaglie agli Europei di Varese. E la barca del 4 di coppia, campione continentale, gli ha dedicato l’oro conquistato. E lui intanto  combatteva. Con il coraggio che solo gli eroi hanno, di fronte alla malattia del secolo, che dovrebbe essere debellata da  un vaccino che metta fine al dolore di tanti.

A Sarasota nel settembre  del 2017, nei fortunati Mondiali di canottaggio oltreoceano, Filippo aveva vinto il bronzo nel doppio insieme a Luca Rambaldi, compagno di squadra anche alle Fiamme Gialle. A Plovdiv era poi giunto l’oro mondiale un anno dopo. E Mondelli diventava la stella della Nazionale di canottaggio. Giovanissimo e pieno di vita. Nel 2019, prima di scoprire la malattia aveva messo al collo la sua ultima medaglia, un bronzo iridato nel 4 di coppia. Era stato due volte campione europeo. Nel 2017 nel doppio con Rambaldi e nel 2018 con il team del 4 di coppia. Replicando il podio a Lucerna, con la stessa squadra (Gentili, Panizza e Rambaldi) con l’argento continentale.

Se n’è andato nel pomeriggio di oggi, in un piovoso e triste 29 aprile per lo sport italiano. A Sabaudia, al III Nucleo Atleti delle Fiamme Gialle rivive il suo ricordo con forte commozione e dolore. Ma il suo sorriso accende la speranza che un giorno questa malattia possa essere sconfitta. Lui ha insegnato a farlo nella vita  di tutti i giorni,  combattendo a testa  alta e con il grande cuore di un atleta, un cancro  maledetto che lo ha portato via.

Ha chiuso gli occhi il campione delle Fiamme Gialle e ha preso il largo con la sua barca, per sempre. Remando verso l’eternità. Ciao Filippo, ti ricorderemo per sempre.

(foto@MimmoPerna)

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