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Formia, accusato ingiustamente di usura: ora chiede i danni

29 aprile 2021 | 12:46
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Formia, accusato ingiustamente di usura: ora chiede i danni

L’indagato è stato sottoposto a 1 mese di carcerazione preventiva e 8 mesi di domiciliari prima che il giudice si pronunciasse con un’assoluzione

Formia – E’ stato assolto dall’accusa di estorsione e usura. Peccato che prima di arrivare al pronunciamento della sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” un 48enne di Formia, difeso dall’avvocato Luca Scipione, abbia dovuto sottostare a un mese di carcerazione preventiva e otto mesi di arresti domiciliari oltre al divieto di avvicinamento alla presunta vittima di strozzinaggio.

Con la decisione del giudice collegiale di Cassino non solo il reato ma anche la misura restrittiva subita dal 48enne è stata messa in discussione.

Adesso il legale dell’uomo resta in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza in quanto il suo assistito è fermamente intenzionato a promuovere tutte le azioni utili a ottenere il ristoro morale ed economico per l’errore giudiziario subito.

L’avvocato Scipione, sulla base delle motivazioni del giudice, su richiesta del suo assistito, valuterà se esistono gli estremi per intentare una causa per ingiusta detenzione e chiedere, quindi, un risarcimento dei danni subiti dal 48enne limitato per un anno nella sua libertà personale, ma anche impossibilitato ad esercitare la sua professione ha vissuto il biasimo sociale per accuse pensati di cui ha dovuto rispondere.

L’assoluzione del 48enne è arrivata due giorni fa al termine di lungo iter processuale innescato dalla presunta vittima dell’usura che denunciava di essere vessato dall’indagato con tassi usurai per un prestito ricevuto. E’ stato però in fase dibattimentale, grazie all’audizione dei testimoni e alle intercettazioni telefoniche che si è consolidata un’altra idea, quella sostenuta dalla difesa che è stata capace di dimostrare come la vittima sarebbe stata solita chiedere prestiti in denaro e così avrebbe fatto anche con il 48enne che non gli avrebbe applicato alcun interesse sul prestito effettuato. Tesi quest’ultima, evidentemente, sposata dal collegio giudicante che ha pronunciato sentenza di assoluzione.

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