Il Fatto

Acilia, i carabinieri lo fermano per un controllo e lui li aggredisce: in manette un 27enne

30 aprile 2021 | 11:13
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Acilia, i carabinieri lo fermano per un controllo e lui li aggredisce: in manette un 27enne

E sempre ad Acilia i militari hanno arrestato, per spaccio, un 20enne già agli arresti domiciliari e un 37enne con precedenti specifici

Ostia – I carabinieri hanno arrestato, ad Acilia, un 27enne già sottoposto all’obbligo di presentazione in caserma.

Il giovane era stato fermato dai militari che, accortisi dello stato di alterazione psico-fisica, hanno cercato di condurlo alla calma. Lo stesso, nel tentativo di sottrarsi al controllo, ha reagito inveendo e spintonando i militari, procurando loro delle contusioni. L’uomo è stato, però, bloccato, arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, in attesa dell’udienza di convalida.

Sempre ad Acilia, dove i militari stavano monitorando da alcuni giorni l’abitazione di un 20enne del posto, sottoposto agli arresti domiciliari. I carabinieri, infatti, durante i rituali controlli avevano notato un insolito movimento di persone nelle vicinanze, così hanno fatto scattare una perquisizione: l’attività ha portato al sequestro di molteplici dosi di hashish, nonché di tutto il materiale per la pesa ed il confezionamento dello stupefacente, oltre alla somma di 50 euro, provento dell’illecita attività. Il giovane pusher è stato arrestato e sottoposto nuovamente agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.

A poche ore di distanza, sempre i carabinieri della stazione di Acilia hanno arrestato per reati di droga un 37enne con precedenti specifici. L’irruzione dei carabinieri nella casa dell’uomo ha portato alla luce l’attività di spaccio. Nella sua camera da letto, infatti, sono stati rinvenuti – occultati in appositi nascondigli – quasi 80 grammi di marijuana, già suddivisi in singole dosi, materiale per la pesa e il confezionamento delle dosi. Il pusher è finito in manette ed è stato posto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.
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